“L’università è una grande questione democratica. Servono risorse, investimenti con continuità. E allora dobbiamo superare la logica del numero chiuso”. Lo ha dichiarato il senatore Francesco Verducci, responsabile del Dipartimento Università e ricerca del Pd, nel suo intervento di apertura al Convegno “La cosa giusta” in corso di svolgimento a Roma.

“Il mondo dell’università – ha sottolineato Verducci – è un mondo ricco. Per il quale i nostri governi e questo governo hanno fatto tante cose. Ma il mondo dell’universita’ è ancora pieno di contraddizioni e problemi. Penso alle risorse che mancano, penso al precariato, al tema della ricerca. Da questi problemi dobbiamo ripartire. I tagli al finanziamento del sistema che sono stati fatti dai governi della destra, la delegittimazione del mondo universitario che appare un mondo troppo spesso separato dalla società, le difficoltà all’accesso per chi è in condizioni sociali ed economiche più difficili. Questo è il quadro nel quale dobbiamo muoverci. Sapendo che nel tempo della rivoluzione telematica lo studio è una leva importante per uscire dallo stato di minorità”.

“L’università – ha concluso il parlamentare dem – è cittadinanza, è l’orgoglio dell’emancipazione. L’università è uno strumento dell’ascensore sociale. Si è fatto molto in questa legislatura per risolvere il gap per molti. Ma uno dei compiti del sistema universitario è quello di costruire classe dirigenti e coesione sociale. Che università vogliamo allora? Abbiamo bisogno di un modello ‘largo’ di università. La prima ‘riforma’ deve essere allora quella per il diritto allo studio, per l’accesso. Abbiamo in questi anni aumentato i fondi per il diritto allo studio: nel 2013 erano 150 i milioni del fondo, ora li abbiamo quasi raddoppiati. Ma servono standard uguali in tutto il paese. Troppe sono le disparità tra nord e sud”.


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