“Scrivo con una forte preoccupazione per il futuro dell’Italia e dell’Europa e per la responsabilità che, soprattutto in un momento di così gravi incertezze, pesa sul Partito Democratico, oggi unico soggetto politico con la forza parlamentare necessaria a garantire la stabilità del Paese e la tenuta della società italiana. Il prossimo 7 maggio uno di voi, sulla base del risultato delle primarie, sarà proclamato segretario nazionale del PD. Da quel momento sulle sue spalle ricadrà una gigantesca responsabilità rispetto al futuro dell’Italia cui oggi dobbiamo saper guardare con fiducia, ma anche riconoscendo limpidamente la criticità delle prospettive economiche e sociali. Aggravate da un’instabilità politica dovuta all’assenza di una vera legge elettorale e alla prospettiva di un ritorno al proporzionale”. Inizia così la lettera che il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha oggi inviato ai candidati alla segreteria del Pd – Emiliano, Orlando e Renzi – e che è stata pubblicata dall’Huffingtonpost. Continua Zanda: “Sento di dovervi chiedere di trovare, tra di voi, al più presto, un’intesa che vi impegni a mantenere la campagna elettorale delle primarie su un livello alto di confronto di idee e programmi, senza mai scadere nella reciproca delegittimazione o, peggio, nella denigrazione. In una parola, senza forzature solo mediatiche”.
“Negli anni passati – si legge ancora nella lettera di Zanda – le nostre primarie hanno saputo risvegliare nei militanti del partito e nei suoi elettori, quell’orgoglio politico che ha fatto grande il PD. Se, con il nostro concorso, non sapessimo conservare ed accrescere le nostre forze, sarebbero le stesse primarie a perdere senso. Non sto suggerendo una tregua della competizione per la segreteria del partito. Sto prospettandovi di più: è necessario che nasca tra voi un patto che vincoli la campagna delle primarie oltre che alle regole del nostro Statuto, anche a uno stile condiviso, equilibrato, riflessivo, ricco dei contenuti che hanno fatto del PD un grande partito di centrosinistra”.
Il PD, per il capogruppo dem a Palazzo Madama, “deve avere l’ambizione di continuare ad essere l’architrave politica del nostro Paese”.
“Una campagna congressuale reciprocamente rispettosa, porta con sé un corollario. Che ciascuno di voi si impegni, se eletto, a garantire nella vita interna del partito il più alto livello di pluralismo e di confronto, a tutelare le posizioni dei candidati sconfitti, a promuovere una forte valorizzazione del lavoro delle sezioni, dei circoli, degli organi cittadini e regionali. E dichiari preventivamente di riconoscere, se sconfitto, il risultato elettorale e le prerogative del candidato eletto”. E conclude: “Un partito dove chi perde non è capace di accettare, nella forma e nella sostanza, i risultati della competizione, un partito dove non si riconosca il valore democratico del principio di maggioranza, non è più un partito. E’ un’altra cosa che non riesco a definire”.


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