Tra poco, a fine legislatura o pochi mesi prima, gli italiani andranno a votare. Si aprirà un nuovo quinquennio delicatissimo, di importanza strategica per il futuro dell’Italia e persino dell’Unione europea
Tutti i gruppi parlamentari e tutte le formazioni politiche hanno il dovere di far sin d’ora quel che è nelle loro possibilità per dare alla prossima legislatura un assetto efficiente e funzionale, all’altezza della condizione del Paese e dei gravi problemi che abbiamo ancora davanti.
Nel tempo necessariamente breve che ci separa dal voto, come ha recentemente ricordato Luciano Violante, sono ancora possibili alcuni interventi mirati sui Regolamenti delle due Camere, in grado di incidere positivamente sulla qualità e la produttività del lavoro parlamentare. Le modifiche dei Regolamenti sono votate dalla so-la Camera alla quale appartiene il Regolamento che si modifica e, quindi, la loro approvazione è più rapida rispetto all’ordinario pro-cedimento legislativo. Le modifiche migliorative dei regolamenti da apportare nel poco tempo che ci rimane, potrebbero essere sei
La prima. Introduzione della sfiducia costruttiva, obiettivo che può essere raggiunto stabilendo che la mozione di sfiducia è ammissibile solo se contiene l’indicazione del nome del candidato alla presidenza del Consiglio che i sottoscrittori della mozione, in caso di vittoria, proporranno al Capo dello Stato.
La seconda. Contrasto alla frammentazione dei gruppi parlamentari, in funzione della tutela della governabilità e della razionalizzazione del sistema politico. Escludendo che nel corso della legislatura possano nascere nuovi gruppi parlamentari se non scaturiti dalla fusione dei gruppi parlamentari corrispondenti alle liste che si sono sottoposte al vaglio elettorale.
La terza riguarda le proposte di iniziativa popolare. Si potrebbe stabilire che su di esse le Camere deliberano entro 90 giorni dal deposito.
La quarta interverrebbe sui decreti legge. I Presidenti delle Camere non possono trasmettere alle Commissioni i decreti legge che non rechino misure di immediata applicazione e di contenuto specifico e omogeneo. Questa misura impedirebbe la proposizione di decreti legge omnibus, incomprensibili e pieni di misure disparate e non omogenee.
La quinta Dovrebbe essere volto a mettere fine alla prassi dei maxiemendamenti, stabilendo l’inammissibilità di articoli o emendamenti a contenuto non omogeneo e non specifico.
La sesta Potrebbe incidere in misura consistente sulla qualità del lavoro parlamentare dando più spazio e più forza al lavoro istruttorio delle Commissioni attraverso ima riserva loro dedicata di tre giorni alla settimana, almeno per quattro settimane a bimestre.
Presupposto essenziale è che su queste modifiche regolamentari ci sia alla Camera e al Senato un consenso parlamentare largo, se possibilmente unanime. e che si adottino solo quelle misure che i gruppi parlamentari dichiarino esplicitamente di voler accettare. Se il Parlamento vuole, si può fare in due mesi.
Quel che è certo è che l’avvio della prossima legislatura potrebbe avere ben altre prospettive se nel poco tempo che ci resta il Parlamento riuscisse a mettere mano ai Regolamenti.