‘L’ho aiutato alle elezioni europee, non l’avrei fatto se avessi saputo dell’inchiesta’
«Non rinnego l`amicizia». E quindi? «Spero che possa dimostrare la sua estraneità alle accuse». E in caso contrario? «Giusto che paghi: non si può essere garantisti a giorni alterni». Enzo Cuomo, senatore pd, di Giosi Ferrandino, il sindaco di Ischia arrestato due giorni fa per una presunta corruzione con l`aggravante dell`associazione, è amico. Ma non per questo gli fa sconti. Anzi.
Senatore la sospensione di Ferrandino dal Pd è arrivata solo dopo molte ore.
 «Nel momento in cui è stato arrestato, dovrebbe essere naturale ed automatico che si sospenda un dirigente di partito privato della libertà personale con accuse che hanno la loro gravità».
Giosi Ferrandino, oltre che compagno di partito e di area, è anche un suo amico.
«Non rinnego l`amicizia, sono suo amico e l`ho sostenuto alle elezioni europee. Premesso questo, rispetto il doveroso accertamento dei magistrati e spero che Ferrandino possa dimostrare la correttezza del suo operato. In caso contrario, amico o non amico, è giusto che paghi».
E molto duro.
 «Guardi se, per ipotesi, avessi saputo, prima delle elezioni europee, che Giosi fosse stato sottoposto ad un`indagine come quella in cui è coinvolto, gli avrei lealmente detto come non sarebbe stata opportuna una sua candidatura. Non si può essere garantisti con gli amici e giustizialisti con gli avversari: l`opportunità politica di una candidatura non si misura solo con i codici etici o con le disposizioni di legge».
A chi si riferisce? Al nodo Severino per De Luca o a Franco Alfieri e Dionigi Magliulo, sindaci di Agropoli e Villa di Briano, sotto inchiesta per i reati di corruzione e voto di scambio ma pronti a scendere in campo?
 «La candidatura politica di De Luca non è opportuna in quanto condannato nell`esercizio di una funzione pubblica. Poi mi auguro presenti appello e risulti estraneo ai reati contestatigli ma il dato politico rimane questo. L`errore politico che si è commesso, a mio avviso, è quello di far credere come le primarie possano aver sanato l`inopportunità che le dicevo. Se c`era, sussiste anche dopo il voto del primo marzo».
I dirigenti del suo partito, da Lotti a Orfini sino alla Serracchiani, in sintesi dicono il contrario: il popolo sapeva e l`ha votato.
«Rimango della mia opinione e provo imbarazzo per certe dichiarazioni di cinico opportunismo. Addebitando poi a Renzi tutta questa vicenda campana».
Non mi ha risposto su Alfieri e Magliulo.
«Lo faccio subito: la scelta delle candidature, e non mi riferisco solo per le liste pd ma anche a quelle della coalizione, sono di competenza degli organi statutari del partito. Almeno nei principi base».
 E quindi?
«Chi ha militato a destra sino all`altro ieri, e non necessariamente in appoggio a Caldoro, e chi è sottoposto a procedimenti giudiziari i cui esiti potrebbero mettere in difficoltà il partito dopo le elezioni, devono rimanere fuori. Se la politica è un servizio la serenità di un individuo dovrebbe essere prioritaria rispetto all`impegno civico. Altra cosa, è chiaro, se un provvedimento giudiziario interviene successivamente all`elezione».
Ma nota un`attenzione diversa del Pd renziano rispetto ai politici sotto inchiesta? Mi spiego con un esempio: l`attuale europarlamentare pd Caputo vinse le parlamentarie ma i dirigenti bersaniani non lo fecero candidare alle politiche per un`indagine in corso. Poi con Renzi via libera per Strasburgo nonostante quella stessa indagine ancora in piedi.
 «Non credo ci sia una volontà di allentare il livello di guardia rispetto ai nostri principi etici e morali. Ma è chiaro come quando ci si affida in maniera pedissequa alla norma statutaria si cade nel doppiopesismo. I partiti non devono fare i notai o i burocrati ma prendere decisioni politiche».
De Luca, riferendosi al caso Ischia, ha appena detto che «chi sbaglia nel Pd è colpevole 3 volte».
«E` singolare che un politico condannato da un tribunale per un reato contro la pubblica amministrazione esprima giudizi del genere contro chi è sottoposto solo a custodia cautelare ma senza alcun giudizio o condanna. Si è garantisti solo verso se stessi a questo punto, mi viene da pensare. E la questione morale di Berlinguer, vedo, viene applicata come doppia morale…».
Crede che ci sia una questione morale nel Pd oggi?
«Ho fatto l`amministratore per 9 anni e sicuramente è un lavoro sempre più complesso per norme spesso contraddittorie che rendono sottile il confine tra omissione e abuso d`ufficio. Ma chi svolge il ruolo di amministratore deve sapere come questi reati sono i più odiosi per i cittadini e bisogna far crescere gli anticorpi di legalità. Ma, lo riconosco, è sempre più difficile».

Ne Parlano