‘Ci sono uomini che restano saldamente ancorati alle nostre migliori memorie. Accade quando la voce, i gesti, le battute sanno evocare e suscitare emozioni che si tramandano di generazione in generazione. Luca De Filippo è stato un grande artista, capace di questo indissolubile legame con tanti Italiani. Per noi napoletani, ma anche per tutti gli italiani amanti del teatro, era il figlio di Eduardo ed era sufficiente evocarne solo il nome, Luca. Oggi nell’Aula del Senato ricordiamo non solo l’indimenticabile attore di teatro, ma anche l’uomo impegnato nel sociale, del quale dovremmo raccogliere l’eredità civile’. Lo ha detto il senatore del Pd Vincenzo Cuomo, eletto a Napoli, nel suo intervento nell’Aula del Senato.
‘Nell’ultimo periodo – ha proseguito Vincenzo Cuomo – Luca De Filippo aveva scelto di portare in scena soprattutto le opere di suo padre, per recuperare con energia radici e tradizioni in un momento critico per la nostra società. La sua Napoli era soprattutto quella dei ragazzi che si definiscono a rischio, di cui si era occupato anche suo padre quando era senatore, con la legge 41/87, nota come ‘legge Eduardo – Interventi a sostegno della condizione giovanile in Campania’. Finalizzata a sostenere i giovani i 15 e i 20 anni a rischio di emarginazione sociale e di devianza, quella legge è stata sperimentata solo per Nisida e Benevento. Dal 2006 la normativa non è stata più finanziata per mancanza di fondi. Gli ultimi interventi, le ultime interviste, gli ultimi appelli alle istituzioni di Luca De Filippo, così come l’impegno della Fondazione De Filippo dal 2008, andavano nella stessa direzione paterna. Abbiamo il dovere di raccogliere questa eredità civile, mettendo in campo azioni, risorse, energie a favore dei giovani svantaggiati, per prevenire condizioni di esclusione e per favorire processi inclusivi’.

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