“Il decreto-legge “quota 100″ parifica il sistema pensionistico dei militari e degli appartenenti alle Forze di Polizia al sistema pubblico-privato, in barba alla specificità sempre riconosciuta al personale in divisa”. Lo denuncia con un’interrogazione ai ministri del Lavoro e della Difesa il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo.
“Il comprato “Sicurezza-Difesa” – spiega – ha da sempre garantito l’accesso alla pensione con requisiti ridotti rispetto agli altri comparti, per la peculiarità del relativo status giuridico e la gravosità del correlato impiego. Quota 100 ha stabilito il diritto a conseguire la pensione anticipata in presenza di un requisito anagrafico pari a 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Un provvedimento ininfluente per il personale del Comparto che può già da prima dell’emanazione del richiamato decreto, cessare dal servizio con diritto a pensione anticipata possedendo requisiti inferiori a quelli previsti da “quota 100”, ossia al maturare, dal 1° gennaio 2019, di 58 anni di età e 35 anni di anzianità contributiva ovvero 41 anni di anzianità contributiva a prescindere del requisito anagrafico, oltre che al raggiungimento dei limiti di età ordinamentale”.
“Quota 100 introduce, di fatto, il congelamento del progressivo adeguamento dei requisiti pensionistici in base agli incrementi della speranza di vita – aggiunge – Il “congelamento” è stato riservato alle pensioni anticipate di tutti, tranne che per il personale delle Forze di Polizia e delle Forze armate. L’esclusione da “quota 100″ determina anche un’altra ripercussione negativa, ovvero l’inapplicabilità ai militari e poliziotti di fruire dell’anticipo pensionistico mediante finanziamento bancario agevolato”.
“Ho chiesto – conclude D’Arienzo – ai Ministri del Lavoro e della Difesa di sanare quanto prima questa disparità di trattamento dal punto di vista previdenziale per rispettare le norme speciali di settore che da sempre hanno garantito al comparto “Sicurezza-Difesa” l’accesso alla pensione con requisiti ridotti, per la peculiarità del relativo status giuridico e la gravosità del correlato impiego”


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