Per Nicola Latorre, presidente pd della commissione Difesa del Senato, l`azione statunitense in Siria rappresenta «un`opportunità».
«La crisi siriana ormai aveva preso una china che azzerava ogni sforzo politico-diplomatico. Le conferenze di pace di Ginevra, così come quella di Astana, sono fallite e si stava precipitando in un clima catastrofico culminato nella decisione criminale di Assad di ricorrere nuovamente all`uso di armi chimiche. L`intervento Usa ora può fermare questa china criminale e servire a riavviare il negoziato».
Dopo sei anni di guerra e quattrocentomila morti, in che modo questa singola azione militare americana dovrebbe produrre una svolta diplomatica?
«Come hanno già osservato alcuni analisti, Trump ha voluto dare un segnale di discontinuità rispetto all`amministrazione precedente. Avrà certamente voluto lanciare un messaggio alla Cina rispetto alla crisi nord-coreana… Ma credo anche che abbia voluto sottolineare che con Putin non si può trattare con un mazzolino di fiori in mano».
Obama si presentava così al presidente russo?
«Obama era convinto che fosse possibile trattare con Putin con un approccio diverso. Poi abbiamo dovuto prender atto che il presidente russo ne ha approfittato per conquistare posizioni, e non per contribuire a trovare soluzioni. Oggi dobbiamo fare tesoro di questa esperienza».
Dunque oggi il Pd apprezza Donald Trump?
«Penso che, mentre la sua amministrazione ha le idee chiare sulla politica interna, sui temi di esteri si va definendo. E, dopo le prime dichiarazioni sulla volontà di ritirarsi dallo scenario mediorientale o sulla necessità di ridimensionare il ruolo della Nato, ora per fortuna prevale una linea più internazionalista. A mio avviso, questa linea è da incoraggiare».
C`è chi teme, invece, un pericoloso innalzamento della tensione.
«Non bisogna rinunciare al dialogo con la Russia. E l`Europa, rilanciando il suo ruolo strategico nell`asse transatlantico, non può essere più spettatore passivo. L`iniziativa diplomatica adesso può riprendere proprio con la forza di un`alleanza che non tollera più le prepotenze e i crimini di Assad. Un`azione politico-diplomatica è impossibile senza questa determinazione».
L`Italia dovrebbe fornire agli Usa garanzie anche militari maggiori?
«Noi già svolgiamo un ruolo specifico molto consistente nella lotta al terrorismo. Un passo in più dovrebbe essere soltanto politico. Però, al di là dei giudizi espressi all`indomani delle elezioni americane, oggi si impone una scelta di campo chiara: l`asse con gli Stati Uniti è strategico. E noi possiamo svolgere una funzione chiave nel far convergere l`Europa su questo».
Un bombardamento può bastare a intimorire Putin? Oltre tutto, leggiamo che i jet russi presenti nella base colpita sarebbero stati messi in salvo per tempo, e che da quelle piste stanno gíà ripartendo aerei di Assad.
«Non dobbiamo perdere altro tempo ma accelerare una forte iniziativa diplomatica con un`alleanza forte tra Europa e Usa. Dobbiamo tenere
presente che lo schema usato finora è fallito: invece di pace, ha portato guerra, morte, ritorno alle armi chimiche».


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