Il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, guarda con ottimismo al risultato della conferenza afro-europea appena chiusa in Costa d`Avorio, accompagnata dai numeri sulla riduzione degli sbarchi.
A pochi mesi dalla chiusura della vostra indagine sui soccorsi in mare, le politiche europee sui migranti sembrano effettivamente essere cambiate…
«Finalmente la determinazione con la quale abbiamo perseguito l`obiettivo di avere una strategia verso l`Africa che abbia il duplice scopo da un lato di favorire lo sviluppo economico e dall`altro di supportare le attività di sicurezza, anche sul piano della lotta globale al terrorismo, ottiene i primi risultati in termini di impegni europei.Una situazione in cui il nostro paese è nelle condizioni di assumersi le proprie responsabilità».
Si sa gia quanti e quali militari andranno in Africa per sorvegliare i “corridoi di transito” dei migranti?
«Non lo so e non credo ci sia già stata una decisione, sono missioni molto delicate».
Un punto considerato centrale è quello dei rimpatri volontari assistiti. Si sa già di quali numeri si parla?
«È ancora tutto in valutazione. È significativo però che da quando, all`inizio dell`anno, l`Italia ha avviato le prime azioni di collaborazione con la Libia sono state già rimpatriate 13mila persone. Sono tanti i numeri che ci indicano che si va nella direzioen giuta. Il meccanismo messo in moto ha vari aspetti importanti, è stata l`Italia che l`ha messo in moto.
Al momento degli accordi con la Libia ci sono state parecchie critiche anche da organismi internazionali. La destra dice invece che la maggioranza ha alimentato le reazioni estremiste «C`è una quota di strumentalità in queste posizioni che non si misurano con il problema ma argomentano la propria propaganda.
A proposito delle prime, io credo invece che è grazie a iniziative che si è aperto il vaso di Pandora della situazione dei diritti umani ha sostenuto da tempo e come ora ci sta riconoscendo anche l`Unhcr. Gli accordi con la Libia hanno riguardato la formazione della guardia costiera e lo sviluppo del territorio, non altro».
Come funzionerà la road map dell`intervento in Africa?
«I dettagli saranno definiti presto, è chiaro che è una missione anche delicata sul piano della sicurezza, visto che parliamo di territori che rischiano l`insediamento di organizzazioni terroristiche. A mio avvisosarà importante considerare questa intesa un asset strategico per il paese, e dunque per tutte le formazioni politiche, anche durante la campagna elettorale. Che dovrebbe rappresentare un momento di confronto ma non di distruzione di quanto fatto».
Nel corso della sua missione in America, si è parlato anche di Mediterraneo?
Sia alla Casa bianca sia negli incontri con i principali think tank ho registrato interesse e apprezzamento per l`impegno italiano».


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