Il sistema educativo deve essere al servizio di studentesse e studenti, fornendo conoscenze e competenze per realizzare i percorsi di lavoro e di vita desiderati, e insieme per essere cittadine e cittadini liberi, informati e consapevoli. Fin dalla scuola, e poi lungo tutti i percorsi formativi, si uniscono e intrecciano un sapere personale e un sapere sociale: si formano il futuro di ogni bambina e ogni bambino e quello della nostra comunità tutta. A scuola crescono nuove italiane e italiani, nuovi europei, nuove cittadine e nuovi cittadini del mondo. In questo quadro è decisivo che a scuola crescano allora le competenze di cittadinanza, con
riferimento sia alla conoscenza attiva dei valori costituzionali e della nostra Carta, sia delle Istituzioni e dei valori e trattati europei, fino ancora agli scenari di Sviluppo sostenibile, come quelli disegnati dall`Agenda 2030 dell`Onu. L`idea della scuola come luogo di formazione di sapere personale e di sapere sociale emerge nella riforma degli scorsi anni, che dobbiamo saper proseguire, per dare sempre più forza a un disegno di innovazione tarato sull`esigenza di
collegarsi al mondo contemporaneo e di rafforzare strumenti e competenze che permettano di abitarlo con coraggio, entusiasmo, capacità di vincere le sfide che presenta, a partire dal governo dei cambiamenti. Se vogliamo competere come Italia e come Europa, e se vogliamo far competere i nostri giovani, dobbiamo investire fortemente sul rapporto tra lavoro e conoscenza, formazione, competenze, dimostrandoci capaci di essere dei veri innovatori. Riprendo allora la proposta di promuovere un` armonizzazione europea della formazione e dei diritti del lavoro come base di politiche sociali ed economiche che puntano su istruzione e lavoro di qualità, per far crescere le opportunità e insieme la qualità della nostra economia, della nostra industria, di quel modello europeo che è andato in crisi e che dobbiamo rilanciare.
Ripartendo dai principi ispiratori del Manifesto di Ventotene, a tanti anni di distanza e in un momento storico così difficile per il mondo, è necessario rilanciare proprio quel progetto di Europa: un nuovo cosmopolitismo che sia in grado di fare da argine alle paure, alle disuguaglianze, alle discriminazioni, alle violenze quotidiane, che sia lo strumento e la guida per dare una risposta alle grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi ambientale, alle migrazioni, alla ricerca di un modello economico che produca benessere peri più, non solo per alcuni. Bisogna, a partire dalla scuola, parlare a ragazze e ragazzi d`Europa in
modo nuovo, per far sì che avvertano il senso di una cittadinanza europea oltre che nazionale. In questo senso sono preziosi progetti come la Scuola d`Europa di Ventotene, che anche in Senato abbiamo sostenuto con una mozione che impegna il governo a riconoscerla come luogo di interesse pubblico, per incrementare percorsi formativi e conoscitivi che puntano a far assumere l`educazione civica europea come parte integrante del percorso formativo della scuola superiore, per rafforzare la capacità di essere al servizio delle possibilità di futuro di ragazze e ragazzi. Mi auguro allora che la maggioranza larga che sostiene il nuovo governo condivida questi obiettivi e che quindi la mozione possa essere presto approvata.


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