“Cosa sta facendo il governo italiano per la drammatica condizione dell’avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustate Interrogazione urgente in Commissione”. Lo chiedono con un’interrogazione appena depositata al ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale la senatrice del Pd Monica Cirinnà, prima firmataria, e altri componenti della commissione diritti Umani Alessandro Alfieri (Pd), Emma Bonino (+Eu), Vanna Iori (Pd), Assuntela Messina (Pd), Paola Binetti (Fi) e Barbara Masini (Fi).
“Sotoudeh, nota per l’impegno nella lotta per la difesa dei diritti delle donne iraniane e degli oppositori politici – scrivono – è stata accusata di propaganda contro il sistema, incontri ai danni della sicurezza nazionale, partecipazione al movimento contro la pena di morte, incitamento alle donne a togliersi il velo e ad azioni immorali”.
“La nostra politica estera è per Costituzione ispirata ad esigenze di protezione dei diritti umani e orientata a promuoverne il rispetto nei paesi con i quali sussistano relazioni diplomatiche e rapporti di cooperazione e analoghi principi ispirano l’azione esterna dell’Unione europea. Le ragioni della condanna dell’avvocata Sotoudeh e le concrete caratteristiche delle pene irrogate appaiono in netto contrasto con il rispetto della dignità umana e con il divieto di trattamenti inumani e degradanti, desumibili dalla Costituzione, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”
“E’ quindi necessario – concludono – che il ministro degli Esteri si attivi presso l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea e i ministri degli Esteri degli altri Stati membri dell’Unione, per fare fronte alla drammatica condizione dell’avvocata Sotoudeh e intraprenda azioni, in sede europea, per garantire l’effettiva protezione dei diritti umani, della democrazia e del pluralismo politico in Iran”.


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