Da 17 anni, ogni 10 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale contro la Pena di Morte, per mostrare al mondo la realtà di questa pratica inumana e degradante. Quest’anno, il movimento abolizionista, in occasione del trentesimo anniversario dell’adozione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia ha voluto focalizzare l’attenzione sui diritti negati a quei bambini i cui genitori vivono nel braccio della morte o che sono stati giustiziati. Spesso dimenticati, però, tra le vittime nascoste della pena di morte, vi sono i figli di genitori condannati, i quali portano per tutta la vita un pesante carico emotivo e psicologico che può rappresentare una violazione dei loro diritti umani.
Di questo si parlerà oggi, in conferenza stampa su iniziativa del senatore del Pd Roberto Rampi, a Palazzo Madama, Sala Caduti di Nassirya alle ore 16.30.
Intervengono: Roberto Rampi, membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa; Antonio Stango, presidente ed Eleonora Mongelli, vicepresidente FIDU –Federazione Italiana Diritti Umani.
È previsto l’intervento telefonico di Vida Mehrannia, moglie di Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore iraniano condannato a morte in Iran e padre di Amitis (16 anni) e Ariyo (7 anni).


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