‘L’approvazione del testo base sulle unioni civili oggi pomeriggio in Commissione giustizia del Senato – 14 voti a favore, 8 contrari e un astenuto, Falanga – rappresenta una prima tappa verso l’uguaglianza delle coppie gay e lesbiche e delle loro famiglie, un passo che ha un valore storico. Da trent’anni la comunità Lgbt chiede una legge al Parlamento ( la prima proposta era stata predisposta da Arcigay nel 1985, anno della sua fondazione) ma mai un organo parlamentare si era espresso con un voto, nonostante le numerose proposte di legge depositate nel tempo’.
Così il senatore democratico Sergio Lo Giudice saluta l’adozione del testo presentato dalla relatrice Monica Cirinnà col voto favorevole di Pd, M5S, Psi, ex5S, Misto. Hanno votato contro NCD, Lega e Forza Italia. Il testo introduce le Unioni civili fra persone dello stesso sesso, un nuovo istituto giuridico fondato sull’art.2 della Costituzione, che riconosce i diritti sociali oggi riservati alle coppie eterosessuali unite in matrimonio, compresa la pensione di reversibilità. Rimangono precluse le adozioni, con l’unica eccezione della possibilità di adottare il figlio del/la partner. I matrimoni stipulati all’estero, così come i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili. Il titolo secondo del testo adottato riconosce alle convivenze di fatto che non intendano accedere ad un istituto giuridico, eterosessuali od omosessuali che siano, alcuni diritti di base già riconosciuti dalla giurisprudenza ( subentro nel contratto d’affitto, assistenza in ospedale, mantenimento temporaneo dell’ex partner in difficoltà) e la possibilità di regolare i rapporti patrimoniali attraverso contratti di convivenza di fronte a un notaio.
‘L’Italia ha perso per ora l’occasione di diventare, come avevo proposto con il ddl 15, il quattordicesimo Paese europeo ad estendere il matrimonio alle coppie omosessuali. Tuttavia il testo adottato oggi, se come mi auguro passerà indenne dalla prossima fase emendativa e dalle letture nei due rami del Parlamento, potrà garantire alle coppie dello stesso sesso l’emersione dalla clandestinità e l’acquisizione di quella dignità sociale finora negata da una legislazione cieca e discriminatoria. Dopo il voto sul divorzio breve e sulla legge per la tutela dei bambini in affidamento – conclude Lo Giudice – si pone una nuova base per l’ adeguamento delle norme ad una realtà sociale caratterizzata dalla profonda trasformazione delle famiglie italiane. ‘

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