Necessario ridare centralità a progetto o inevitabili varianti in corso d’opera
‘Tutto il nostro dibattito di questa mattina sulla riforma del codice degli appalti deve tener conto di una grande questione: la decadenza dello Stato e le sue strutture, anche amministrative’. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda concludendo i lavori al convegno del Pd ‘La riforma del Codice degli appalti: i profili anticorruzione’. E aggiunge. ‘Se trattiamo il tema del sistema degli appalti senza dare attenzione alla decadenza dei corpi tecnici pubblici, significa che non abbiamo capito di che stiamo parlando. Se sono esistite fasi di pochi anni in cui sono cambiati molti direttori del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ben sei, significa che c’è qualcosa che non va’, spiega Zanda e sottolinea: ‘Anche in questa evidente decadenza dei corpi pubblici dello Stato risiedono le radici di molti casi di corruzione’.
Zanda ricorda poi che ‘la realizzazione del progetto è solo la terza fase’ di un iter che prevede altre ‘due fasi di consistente importanza’. ‘Una – spiega – sempre più trascurata: l’ideazione dell’opera. L’altra è il progetto. Dobbiamo ridare al progetto la centralità che deve avere. Se non lo facciamo, non possiamo poi lamentarci della necessità di varianti in corso d’opera. Un buon progetto non può avere sorprese’. Del resto, conclude Zanda, ‘allo Stato conviene spendere di più in fase progettuale piuttosto che tenerlo fermo per più di dieci anni’.

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