Sì alla discussione, ma sulla scuola bisogna decidere in fretta’
«È stato solo uno sgradevolissimo errore…». Il governo è stato battuto sulla scuola, ma il capogruppo del Pd Luigi Zanda non sembra troppo preoccupato: «Io sono tranquillissimo».
L`incidente in commissione Affari costituzionali non è la conferma che, al Senato, Renzi ha problemi di numeri?
 «Come ai tempi di Prodi il governo ha numeri molto limitati in Aula e nelle commissioni abbiamo addirittura un solo voto di vantaggio. Incidenti come questi possono capitare. Se fosse stato uno scherzo contro il governo avrebbe avuto altre forme e un`altra pubblicità».
Non teme nemmeno gli scherzi della sua minoranza? Gotor e compagni hanno più di venti voti.
 «No. E voglio fare l`elogio del gruppo del Senato, perché è vivace e di buona qualità».
Vale anche per i dissidenti come Tocci e Mineo?
«Vale per tutti. Ci sono dei temperamenti più marcati, ma io non posso dire ci siano malignità o posizioni preconcette».
 Però il patto con la minoranza fino al 2018 non c`è.
 «Siamo in una fase molto delicata. In direzione c`era da interpretare il risultato delle Regionali, tenendo conto di questa gravissima situazione della corruzione romana. Siamo tra l`altro in una fase complessa dell`Europa, sia nei rapporti con l`Africa settentrionale che con le regioni dell`Est e con il dilemma tra rigore e sviluppo».
Il Pd rischia di spaccarsi, o la tregua reggerà?
«Il sistema politico è in una situazione delicata, soprattutto nel centrodestra. Ne consegue una situazione di non equilibrio e frantumazione. I Cinquestelle hanno perso 17 senatori e tre ne persi la Lega».
 Renzi apre alla minoranza perché non ha i numeri?
«Mai, negli ultimi decenni, stati approvati così tanti lprovvedimenti di qualità. Renzi  dice ‘abbiamo i numeri per approvare scuola e riforma costituzionale, ma preferisco discutere ancora per arrivare a provvedimenti largamente condivisi’».
Sul Senato la maggioranza è a rischio.
«La riforma costituzionale è  stata approvata da una maggioranza vasta, una parte dell`opposizione. Dobbiamo fare il possibile perché anche la prossima lettura veda  coinvolte compreso il M5S». principio».
Bersani chiede da tempo, di cambiare l’articolo 2.
Dobbiamo far sparire il bicameralismo paritario, abolire Cnel e Province e riordinare il rapporto Stato-Regioni. Sul resto, si discute».
Anche sull’elettività?
«Se la composizione verrà proposta, ne discuteremo».
Come cambierà la scuola?
«Abbiamo fatto un grosso lavoro, che non è finito. Si è deciso che la valutazione dei presidi venga affidata a ispettori ministeriali assunti per concorso. E stato accolto il limite di due tre anni per l’incarico dei presidi e approfondito il tema della valutazione dei docenti. Abbiamo previsto premi per la professionalità decisi dalla scuola e non solo dal preside, messo limiti ai bonus dei contributi privati…».
Quanti precari saranno assunti?
«Si prevede di assumerne centomila e altri 6o mila nel 2o16 per concorso. Per un Paese in grandissime difficoltà economiche, aver finanziato in modo consistente scuola ed edilizia scolastica è uno sforzo molto grande e mi dispiace che questa volontà positiva non sia stata compresa».
Renzi ha dato altri quindici giorni per discutere…
«Non credo saranno necessari, penso ne servano meno. Le decisioni vanno prese in fretta, ci sono persone che aspettano le assunzioni e la scuola deve iniziare regolarmente alla fine dell’estate».
Se la riforma non cambia, Fassina lascia il Pd.
«Considero Fassina un amico, ma la riforma dobbiamo farla per i ragazzi e non per noi parlamentari».
Renzi sta studiando un codice di disciplina interna?
«Si discute, poi si decide e si vota a maggioranza. Non conosco altri sistemi. L’aver evitato di dare una torsione disciplinare al funzionamento del gruppo, non significa aver rinunciato a questo principio».


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