Caro direttore, ho letto con stupore l`articolo dell`onorevole Gigli, che sollecita i parlamentari Pd a far sentire e a far valere le posizioni dissenzienti rispetto al ddl Cirinnà. Tra l`altro non manca una certa ironia nel sostenere che nessuno oserebbe disturbare il presidente del Consiglio. Temo che, operando alla Camera e in un piccolo gruppo, egli non sia particolarmente informato sull`iter parlamentare al Senato, né sul dibattito entro il Pd. Diversamente avrebbe preso atto che sono depositati in Commissione Giustizia precisi emendamenti, tesi ad evitare che il giusto riconoscimento dell`unione civile tra persone dello stesso sesso rimandi, anche indirettamente, al matrimonio; a prevedere l`affidamento invece che la stepchild adoption; a escludere le convivenze di fatto tra eterosessuali, introducendo invece la stipula di contratti-tipo sui diversi diritti e doveri. I molti senatori del Pd che sostengono questi emendamenti, decisivi per arrivare a un testo equilibrato, non vogliono limitarsi a mere battaglie di facciata. Preferiamo provare a incidere con atti legislativi non velleitari. Su questo piano assicuriamo il collega: non ci sottrarremo. *Senatore del Pd

Conosco e riconosco l`impegno del senatore Lepri, vicepresidente del gruppo parlamentare del Pd a Palazzo Madama, e di altri suoi colleghi per scongiurare le più clamorose forzature del ddl Cirinnà. E anche i nostri lettori ne sono al corrente grazie alle puntuali cronache che abbiamo sviluppato di questi mesi sul tema delle «unioni gay» (e non solo). Continuo ad augurarmi che, alla fine del percorso, il testo di legge definito dal Senato sia profondamente e seriamente diverso da quello adottato come testo base. (mt)

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