La relatrice: il futuro meccanismo di perequazione sarà studiato con i sindacati
‘Oggi abbiamo convertito in legge un decreto che risponde in modo positivo, equo e responsabile alla sentenza della Corte costituzionale che aveva bocciato il blocco dell’indicizzazione delle pensioni disposto dalla legge Fornero e che contiene altre misure utili ai bisogni presenti e futuri del Paese’. Lo dice la senatrice del Pd Erica D’Adda, relatrice al decreto sulle pensioni.
‘Accanto alle disposizioni volte a dare attuazione alla sentenza – prosegue Erica D’Adda – il decreto contiene ulteriori importanti norme di rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, dei contratti di solidarietà difensivi, nonché interventi correttivi in materia di capitalizzazione del montante contributivo pensionistico, di pagamento delle pensioni e di misure connesse al pagamento in busta paga del trattamento di fine rapporto previsto dalla legge di stabilità per il 2015. Sulla sentenza, la scelta operata dal legislatore ha privilegiato i redditi medio-bassi, tenuto conto che ulteriori risorse potranno essere impiegate per integrare misure di sostegno a fasce deboli in un periodo in cui c’è sempre più bisogno di un supporto alla povertà, e anche ai pensionati, con un importo pari ad una volta e mezzo il minimo (si tratta, in prevalenza, di donne). Il blocco delle perequazioni si era accanito sulle pensioni lorde fra 1.500 e 2.000 euro. Facendo un breve esempio, con una pensione lorda di circa 1.700 euro – 1.350 netti – si percepirono oltre 900 euro lordi, che corrispondono a 700 euro al netto. Non si tratta quindi di rimborso forfetario né di risarcimento.
Valutiamo inoltre positivamente la decisione del Governo di riaprire un confronto con i sindacati per discutere quale meccanismo di perequazione sia più utile negli anni a venire. È necessario – conclude Erica D’Adda – un quadro che non penalizzi i giovani, nelle loro aspettative di una certezza ragionevole dell’inizio del trattamento di quiescenza e del suo montante, e contemporaneamente non releghi nessuna forza lavorativa a latere del sistema, i cinquantenni di oggi, mantenendo la giusta elasticità e ponderatezza nella ormai doverosa revisione della legge Fornero’.

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