‘Armando Cossutta è stato un uomo di partito, presente nella società e nella storia di questo paese, dalla Resistenza, al fascismo, alla lotta operaia nella sua Milano di cui fu interprete e rappresentante. Di scuola togliattiana e quindi di buona scuola politica, è stato tra i massimi dirigenti del Pci. Figura anche controversa, la sua ultima immagine pubblica è rimasta quella dell’irriducibile, del nostalgico, per il suo legame con l’Urss. Era in realtà uomo gentile, giovale, dialogante, fermo nelle sue convinzioni ma mai arrogante. Si parlerà della sua coerenza, che quando è coerenza ad una nobile storia è qualità da apprezzare e da rivalutare’. Lo ha detto il senatore Mario Tronti, che ha parlato a nome del Pd in occasione della commemorazione di Armando Cossutta nell’Aula del Senato.
‘E’ vero – ha continuato Tronti – fu legato finché fu possibile in modo di ferro e di acciaio con l’Urss, anche quando lo stesso suo partito aveva preso le dovute distanze. Era un combattente e non si sottrasse a questo conflitto. Quando si decise di chiudere con la storia del Pci, si ribellò e volle farsi protagonista di una difficile e improbabile continuità. Ma era stato fin lì un esponente convinto della via italiana al socialismo, con quelle caratteristiche che il Pci aveva assunto dalla svolta di Salerno in poi: partito del popolo, della Costituzione, prodotto della migliore storia nazionale. In questi giorni si parlerà della sua coerenza. Si dice ora che vanno abbandonate certe coerenze quando le repliche della storia ci danno torto. Ma non sempre la storia ha ragione. C’è una lotta tragica tra le intenzioni umane e l’oggettività dei meccanismi, tra volontà rivoluzionaria e potenza irresistibile del sempre uguale che ritorna, eterna lotta tra liberà e necessità. Essere coerenti con la propria storia, tanto più quando si tratta di una storia nobile e alta, è qualità da apprezzare e da rivalutare. Non molto tempo fa aveva detto, dopo una vita bella e lunga, se domani ci sarà una pietra sulle mie ceneri scriveteci sopra, ‘Armando Cossutta, comunista’. Di lui un ricordo mi accompagnerà per sempre, le sue lacrime in un incontro pubblico mentre i compagni cantano l’Internazionale’.

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