‘Il rischio è che nuovi caporali si annidino tra le pieghe della somministrazione delle agenzie del lavoro, cioè che il caporalato possa indossare le vesti della somministrazione usata, o meglio abusata, per dare una formale apparenza a questo rapporto di lavoro ingiusto e inaccettabile, seppur ‘apparentemente’ regolare’.
Lo afferma la presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato Camilla Fabbri, che oggi ha presentato la relazione finale sull’indagine relativa al caporalato, aperta l’8 settembre dalla Commissione dopo la morte della bracciante Paola Clemente, e che domani sarà votata dai commissari.
‘Nel caso indagato – spiega Fabbri- è mancata la formazione, l’informazione e l’addestramento di competenza dell’agenzia del lavoro; la valutazione del rischio e il primo soccorso di competenza dell’azienda utilizzatrice; la sorveglianza sanitaria preventiva sulle mansioni da svolgere in concreto eccessivamente semplificata dal decreto interministeriale del ministro Fornero’.
Per questo, la presidente richiama l’attenzione su alcuni punti critici: l’abuso del contratto di somministrazione; il controllo sulle agenzie autorizzate dal Ministero del lavoro che può precedere alla revoca dell’autorizzazione; la revisione del decreto interministeriale del 27 marzo 2013 del ministro Fornero sulla semplificazione della sorveglianza sanitaria in materia di lavori stagionali o occasionali in agricoltura.
Secondo Fabbri, ‘si tratta di punti su cui occorre intervenire, per rendere effettivo il contrasto a questo fenomeno rispetto cui, proficuamente, sono state adottate misure importanti dai ministri Orlando, Poletti e Martina’.

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