‘Ieri ho avviato il percorso concordato con i colleghi dell’intergruppo parlamentare sul testamento biologico, intervenendo in Aula per chiedere che venga inscritta all’ordine del giorno la discussione sul fine vita. Il Parlamento non può astenersi dall’affrontare lucidamente temi complessi, che toccano profondamente la sensibilità della nostra società. E’ evidente, infatti, che l’assenza di norme ha gravissime conseguenze, cui nessuno può rimanere indifferente. Per questo nel mio intervento ho voluto leggere alcuni passaggi dell’ultima lettera di Max Fanelli’. Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati, componente della Commissione Diritti Umani del Senato.
‘Abbiamo il dovere, come legislatori, di prevenire il ricorso a lunghi e dolorosi percorsi giudiziari, come è stato per Eluana Englaro, trovando un equilibrio che permetta di introdurre norme condivise che rendano effettivo il diritto di ognuno a vivere secondo i propri canoni di dignità. Per questo – conclude Amati – abbiamo deciso di chiedere ogni giorno, a fine seduta, che il Senato si confronti finalmente sul tema del fine vita, partendo dai testi già depositati da tempo, come il ddl 1088 del sen. Manconi o il ddl 1396 del sen. Palermo, che riprende il testo della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni’.

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