Tutto, oggi, è un po` più possibile. Abbiamo a tal punto banalizzato vita e morte che può accadere anche per la Storia, la quale parla sempre più da lontano e c`è chi propose addirittura di dimenticarla. La barbara strage di Parigi ha avuto un`origine che consegnava alle sofisticate agenzie del ‘significato’- cui spettava di tenere in vita le lezioni del secolo breve e feroce – una tardiva tragica voce. Nella vita dell`umanità c`è un passato che non è mai passato del tutto, e il ricordo e la dimenticanza spesso non ne percepiscono il senso. Ecco perché il nostro Parlamento votò all`unanimità l`istituzione del ‘giorno della memoria’ e il guardasigilli propose di sanzionare penalmente, come in Austria e in Ger- mania, l`indifferenza burocratica, civile, politica. Siamo ingrigiti nel troppo tempo concesso all`arrendevolezza, persino alla menzogna. Profittando di questa nuova velocità, bisognerebbe costringere la Storia a rimanere sotto i nostri occhi; se del caso criticandola, sbugiardandola, condannandola; non per far durare il rancore – dal momento che è impossibile zittire una voce anche cristiana dello sdegno- ma perché non muoia la certezza della colpa e la lezione della pena. Per la coscienza dei nostri figli e nipoti. Così il crollo delle Torri si spense in due immani, tragici tonfi che relegammo subito nella più fonda memoria. E solo adesso si sa di ciò che ci avvertiva.

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