«Agiamo con la volontà di fare chiarezza, vogliamo capire la dinamica dei tanti, troppi episodi che negli ultimi quindici anni hanno danneggiato i risparmiatori». Andrea Marcucci, il senatore del Pd primo firmatario della proposta di legge per istituire la commissione d`inchiesta delle banche, spiega gli obiettivi dell`iniziativa.
 Su chi saranno puntati i fari della commissione?
«Vogliamo appurare le responsabilità degli organi delle banche in crisi e salvate dal decreto, ma vogliamo anche guardare con attenzione le regole del sistema e dell`attività di vigilanza».
Inizialmente il Pd pensava a una commissione composta da una sola camera. Perché avete poi optato per una bicamerale con poteri più incisivi?
«Perché la rappresentanza più ampia ci garantisce maggiore trasparenza e incisività in quanto ci proponiamo anche di capire anche se qualche regola vada cambiata. Avremo anche un ruolo propositivo».
Che tempi ci saranno per vedere la commissione al lavoro?
«Inizialmente avevamo pensato ad una commissione solo del Senato per partire entro venti giorni. Ma in questa fase il coinvolgimento anche della Camera era indispensabile per permettere ai partiti di entrare nel meccanismo della gestione delle banche degli ultimi quindici anni e capirlo. Ma dobbiamo comunque procedere il più in fretta possibile. Penso si possa deliberare in entrambi i rami del Parlamento in commissione bilancio, senza quindi passare dall`aula, per lanciare il lavoro dell`inchiesta entro due mesi».
Chi ne sarà il presidente?
«Proponiamo che sia nominato ín totale autonomia dai presidenti di Camera e Senato».
La sensazione dì molti osservatori è che il vero obiettivo sia Bankitalia. Conferma?
 «È un aspetto molto importante, ma non l`unico. Vogliamo capire se le regole sono adeguate e se l`attività di vigilanza sia stata svolta nel miglior modo possibile. Però ci sono anche responsabilità legate agli organi di amministrazione delle singole banche».

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