‘Assisto incredula alla piccola ma prepotente rivoluzione neo centrista promossa da Zaia sul delicato, importantissimo tema della sanità. Negando le normali regole democratiche decide con atto di imperio di nominare un ridotto numero di direttori generali a macchia di leopardo, senza corrispondenze comprensibili ad alcuna delle ipotesi in campo. Un atto che produce una controriforma mai approvata e dunque mai legittimata dall’unico organo che può legiferare ovvero il Consiglio Regionale, essendo il Presidente e la sua Giunta organi esecutivi non legislativi. Vi sarebbero gli estremi per la sfiducia se si fosse in una ‘normale” regione, ma non oso immaginare avverrà considerato lo strapotere del Presidente in carica…” Lo dice Laura Puppato, sulle nomine a direttore generale delle ULSS fatte da Luca Zaia a fine 2015.
‘Altra vicenda paradossale davvero è l’aver motivato una delle scelte più centraliste che si ricordi, come una vittoria del federalismo sullo stato centralista che, i- ha aggiunto – sia mai per Zaia che si indichino figure non scelte con criteri fiduciari e politici, ma per obiettivi meriti e qualifiche, questo no!”
“E questo vogliamo chiamarlo federalismo? – si chiede la senatrice – cioè federalismo per Zaia è ciò che decide lui senza dover giustificare alcunché a nessuno a prescindere da qualità certificate, dunque merito e requisiti? Una faccia tosta senza pari, la saga degli amici fidati della Lega ai massimi livelli scelti per indicazione diretta, continua, con buona pace di quella meritocrazia che neppure a parole, in Lega, vorrebbero più. Vuoi mettere nepotismo e clientelismi quanto convengono elettoralmente?”.

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