La parte più stupefacente della storia è il florilegio in difesa della purezza pentastellata, della verginità genetica intangibile e immutabile che include ogni sorta di negazionismo e di ribaltamento delle responsabilità. Accade assai di sovente, per la verità, in terre di mafia. Un canovaccio stantio e consunto che, in questi giorni, si sta dispiegando anche a Quarto, una enclave mafiosa in terra di camorra da rapina, dove si sta consumando l`ennesimo disastro amministrativo condito da condizionamenti malavitosi, minacce, ricatti, compravendita di voti, appalti e servizi affidati a ditte impresentabili. La sola novità è che i protagonisti, questa volta, non sono sindaci, assessori e consiglieri della vecchia politica ma le nuove leve della democrazia diretta. Per intenderci, i duri e puri selezionati sul web e nei meetup. Ebbene, la visione si è frantumata appena si è scontrata con la realtà: Quarto è comune ad alta densità mafiosa, la mafia era e resta un`organizzazione opportunista, la mafia ha eletto il suo rappresentante il consigliere più votato – nel consiglio comunale che la sorte aveva destinato al Movimento Cinque Stelle. A bene vedere, era quasi scontato che accadesse.
I due anni di commissariamento antimafia che avevano preceduto le elezioni della scorsa primavera erano serviti a rimuovere alcuni degli ostacoli e dei condizionamenti, ma non tutti e non tutti rimovibili. Per esempio, la presenza nella casa comunale di funzionari e impiegati sfiorati dalle indagini della Dda napoletana, cambiati di posto ma ancora in servizio; per esempio, un corpo elettorale troppo incline a votare chi garantiva interessi particolari. Lo stesso corpo elettorale che nel 2011 elesse a furor di popolo tale Armando Chiaro, coordinatore del Pdl, che nei giorni del voto era in carcere per reati di mafia. Ebbe 385 preferenze, un`enormità. Quando, dopo due anni di amministrazione prefettizia, si è tornati al voto, la platea non ha potuto scegliere fino in fondo. Il Partito Democratico, dato per favorito, è stato escluso dal Consiglio di Stato per irregolarità formali nella presentazione delle liste. Alcuni hanno ripiegato sulla formazione che prometteva onestà e trasparenza; altri sono rimasti a casa.
Egli elettori di Armando Chiaro (e del clan Polverino)? Le intercettazioni diffuse in questi giorni sono chiarissime: hanno votato M5S, per scelta o per forza. E hanno fatto convergere le preferenze su Giovanni De Robbio, il consigliere (ormai ex) indagato per voto di scambio politicomafioso, che ha portato a casa quasi mille preferenze: tre volte quelle di Chiaro. Sarebbe bastato questo piccolo dato numerico per far issare le antenne ai maggiorenti del Movimento: troppi voti personali, un decimo di quelli di lista. E invece non è successo niente, se non le sfilate festose con i leader campani Di Maio e Fico. Un mese di amministrazione e arrivano i primi problemi. La Quarto Calcio per la Legalità, la squadra confiscata alla camorra e rimessa in piedi per scommessa dalla Procura di Napoli, dal suo amministratore e da un nugolo di piccoli sostenitori, è costretta a rinunciare all`iscrizione al campionato, fiaccata da decine di atti vandalici e dalla mancanza di certezze sull`affidamento dello stadio. Che il Comune di Quarto tiene per sé. A settembre la giunta revoca la delibera di pubblicazione delle osservazioni al piano regolatore. A ottobre scoppia lo scandalo della casa abusiva in cui abita la sindaca Capuozzo, dell`incarico conferito al progettista rinviato a giudizio per concorso esterno, dei servizi di tipografia comunale affidati al marito della prima cittadina. Inizia a girare il dossier con la planimetria della casa abusiva e intanto arriva anche l`altolà dell`antimafia alla ditta che sta eseguendo i lavori della rete idrica, ditta che però continua allegramente a lavorare. Ed ecco che scoppia l`epidemia. Rosa Capuozzo e i suoi amici del Movimento si ammalano all`improvviso, della sindrome del bispensiero: gridano al complotto e minacciano denunce. La malattia raggiunge picchi altissimi in concomitanza con la perquisizione in casa del consigliere De Robbio. Si scopre che era stato lui a minacciare la diffusione del dossier sulla casa abusiva, ma che la Sindaca – e in quanto tale pubblico ufficiale – non l`aveva denunciato. Si scopre che la stessa, interrogata dal pubblico ministero, aveva mentito (il 21 • dicembre), rettificando il giorno successivo ma tornando sui suoi passi nella conferenza stampa di fine anno. A oggi non è ancora chiaro se Rosa Capuozzo si sia sentita intimidita o se considera “normale dialettica politica” il ricorso al ricatto. Ho parlato non a caso di sindrome del bispensiero. Le parole di Orwell mi ronzano nella testa sin da quando, ho iniziato a leggere i deliranti comunicati diffusi dal blog del Movimento, ormai diversi anni fa. In “1984” l`autore dell`apocalittica distopia aveva descritto uno Stato in cui il partito si impossessava del passato e modificava i documenti relativi ai fatti accaduti. “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”, diceva il Grande Fratello. E il cittadino era costretto a “dimenticare tutto quello che era necessario dimenticare, e quindi richiamarlo alla memoria nel momento in cui sarebbe stato necessario, e quindi dimenticarlo da`capo”. Il bipensiero, mediante una menzogna che arriva sempre prima della verità. E` sufficiente una lettura veloce dei commenti sui social per verificare che il meccanismo è stato perfettamente rodato e messo in funzione. Rosa Capuozzo, che omette di denunciare il ricatto, è “parte offesa”; De Robbio “è stato espulso prima che venisse indagato” (falso); il Pd (che non è presente in consiglio comunale) va a braccetto con la mafia. Fino Grillo, con il suo commento sconcertante: “I voti della camorra non hanno condizionato le elezioni. Giusto per rimanere sulla traccia orwelliana, un piccolo dettaglio: dal sito del Movimento sono sparìtì ì profili dei candìdatì al consiglio comunale di Quarto. Un`operazione volta a modificare il passato (a futura memoria) ma effettuata in maniera dilettantistica visto che la copia cache è ancora sul web. Con questo corredo politico con il ricorso sistematico alla menzogna o allo scaricabarile, con l`ingenuità (voglio credere che di questo si tratti) così esasperata, non c`è difesa possibile dalla mafia. Che intanto assiste e ride.


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