‘L’ostilità della Lega è incomprensibile. Vorrei ricordare che questo provvedimento discende dallo sciagurato ‘Accordo della pajata’ – chiamato così in ricordo di un ridicolo evento gastronomico che si svolse davanti Montecitorio – che venne siglato tra Alemanno, Polverini e Bossi’. E’ questo uno dei passaggi significativi dell’intervento del senatore del Partito Democratico Walter Tocci in dichiarazione di voto sulla risoluzione che modifica il decreto su Roma Capitale. ‘Quell’accordo tolse le risorse dagli investimenti infrastrutturali per impegnarle nella spesa corrente, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Sono stati cinque anni persi per Roma capitale. C’è stato un proliferare di norme senza alcun risultato per la qualità della vita dei cittadini. È cambiata solo la carta intestata del Comune, sono cambiate le scritte sulle auto dei vigili urbani: al posto di Comune di Roma ora si legge Roma Capitale. L’atteggiamento conflittuale di Alemanno verso tutte le altre istituzioni, fino al contenzioso con la Polverini all’esame addirittura alla Corte costituzionale, ha indebolito ad ha isolato la città, creando l’empasse e l’urgenza che ci chiede l’approvazione di oggi. Con senso di responsabilità votiamo a favore per non creare ulteriori ritardi nell’amministrazione della città’. ‘Unico miglioramento, aggiunge Tocci, è l’introduzione di controlli volti a limitare i poteri commissariali del sindaco sulla politica del traffico, a volte usati per derogare gare d’appalto e conferenze dei servizi. Il sindaco ha già i poteri ordinari, non servono quelli emergenziali, per realizzare i trasporti pubblici. Agli amministratori che invocano poteri eccezionali per coprire la propria inefficienza a Roma si dice: ‘hai voluto la bicicletta adesso pedala. Questo atteggiamento rivendicativo di Alemanno verso lo Stato è dannoso perché mette Roma in cattiva luce rispetto alle altre città e all’interesse nazionale. Governare la capitale non deve essere una rivendicazione, ma una responsabilità verso la nazione. Tutto ciò che si realizza Roma deve andare nell’interesse dei romani ma deve essere anche percepito come utile e necessario dall’intera comunità nazionale’. ‘Quando Roma divenne capitale il paese era governata da una destra storica di rango europeo – conclude Tocci – con personalità di grande livello, come Quintino Sella che sottolineava come ci volesse una grande idea per governare la capitale. Oggi quell’ammonimento vale per la nostra generazione. Ed è per questo che rivolgo un appello a tutti, dal centrosinistra al centrodestra, affinché si pensi al destino di Roma come a una risorsa positiva per tutto il Paese’.

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