Il senatore Pd, all’epoca ministro delle Riforme, racconta i movimenti sospetti al Senato attorno a De Gregorio: ‘Fatti di gravità eccezionale’
«Un fatto di una gravità eccezionale», lo definisce il senatore del Pd Vannino Chiti, che all`epoca dei fatti era nel governo Prodi come ministro per i Rapporti col Parlamento e le riforme istituzionali.
Senatore Chiti, che valutazione dà della decisione del tribunale di Napoli circa la presunta compravendita di parlamentari avvenuta dopo le elezioni del 2006?
«Già solo il fatto che ci sia il rinvio a giudizio di Berlusconi con l`ipotesi di corruzione di senatori per far cadere un governo è di una gravità eccezionale. Io sono un garantista, aspetto di conoscere quel che deciderà il tribunale Napoli. Ma dal punto di vista dell`immagine del Paese, del rapporto tra la politica e i cittadini, un fatto del genere non può essere sottovalutato o passare sotto silenzio. Non ci si può abituare a tutto, non si può pensare che tutti abbiano il pelo sullo stomaco fino a questo punto».
Nel governo avevate già capito cosa stava succedendo quando il senatore dell`Idv De Gregorio venne eletto presidente della commissione Difesa con i voti della Casa delle libertà?
«Sì, e con Prodi ragionammo sul fatto che quello era il primo frutto marcio prodotto dal Porcellum. Quella legge elettorale, voluta dal centrodestra nella legislatura precedente, determinò un risultato immediato, quello cioè di limitare la vittoria del centrosinistra, di far sì che una o due persone potessero influenzare la vita del governo».
La maggioranza dell`Unione poteva contare su tre senatori in più.
 «Ma De Gregorio passò subito dall`altra parte. La sua elezione a presidente della commissione Difesa con i voti del centrodestra fu un atto in sé pesante. E poi la sua attività in quel ruolo fin dal principio non fu di collaborazione con il governo, anzi. Si muoveva per creare difficoltà al governo. Ricordo che con alcuni ministri valutammo anche in modo riservato la sua decisione di andare ad incontrare l`allora presidente dell`Iran Ahmadinejad. E ci rendemmo conto che l`operazione fatta dalla destra era così spregiudicata che andava sì contro il governo, ma dato che non tutto è controllato e controllabile, poteva creare seri problemi al Paese stesso».
Avevate sospettato una compravendita di senatori come quella ipotizzata dal tribunale di Napoli?
«Che ci fosse un`offensiva politica pesante per determinare non una vittoria nel merito delle questioni ma per spostare senatori lo sentivamo, anche se non sapevamo con quali mezzi fosse condotta. Il Senato era il punto cruciale della battaglia politica. Ora la magistratura ci fa vedere uno scenario di corruzione, ma in ogni caso le manovre di quei giorni non erano degne di una lotta politica. E anche sulla base di questa esperienza sono convinto che un governo parlamentare forte, una volta eletto il presidente del Consiglio, possa essere mandato a casa o attraverso nuove elezioni o attra- verso una sfiducia costruttiva. Se fosse stato in vigore un simile sistema le cose non sarebbero andate allo stesso modo».
Neanche se la maggioranza fosse stata compatta, non crede?
«Certamente, e i distinguo dentro la coalizione proprio sulla politica estera, sulle missioni militari all`estero, sono stati un grave errore. Ma non si può sottovalutare che la destra, che parlava di rispetto del voto dei cittadini, ha lavorato per aggirare quel voto, non riconoscendo il risultato delle urne e poi manovrando per spostare parlamentari da una parte all`altra. Anche senza le vicende che De Gregorio ha autodenunciato, senza il fatto che il tribunale di Napoli ha valutato ci siano fondamenti per svolgere un processo, stiamo parlando di una bruttissima pagina della storia italiana».
Dall`interno del Pdl sono già partiti gli attacchi alla magistratura: il governo Letta ha da temere da questo rinvio a giudizio di Berlusconi?
«No, perché il 2 ottobre c`è stato un punto di svolta quando Berlusconi uscendo dall`assemblea del gruppo ha annunciato la sfiducia e poi si è visto sconfessato da 24 senatori del Pdl. Ora questo governo ha il compito di realizzare le riforme economiche e sociali già impostate e di portare a compimento le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale che impedisca che ci possano essere nei confronti di qualunque coalizione che abbia vinto le elezioni le operazioni indegne che sono state compiute contro Prodi.

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