La legge di stabilità non va demolita. Essa tuttavia dovrà essere migliorata su crescita ed equità sociale. Il dibattito prevalentemente critico sviluppatosi in questi giorni non deve oscurare che, dopo 5 anni di dura recessione, il primo obiettivo della legge di stabilità per il 2014 era e deve restare l’avvio di una fase di crescita del nostro paese almeno dell’1 per cento da completare nell’arco di un triennio per poter rispondere al dramma della disoccupazione. A questo fine vanno notevolmente irrobustite le politiche per la crescita. è necessario che gli investimenti non siano più bloccati dal patto di stabilità interno degli enti locali e pertanto va riformulato in questo senso lo stanziamento di un miliardo previsto. Analogamente va superato il patto di stabilità sul cofinanziamento nazionale ai fondi europei, così da poter velocizzare senza più alibi l’investimento di consistenti risorse oggi incagliate.
 Il positivo avvio del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese (già stanziati 47 miliardi di euro) deve ora essere accelerato e concluso entro il 2014, così da assicurare liquidità reale alle imprese. Infine è importante che anche nel nostro paese (come già avviene nei principali paesi europei) venga creata una piattaforma strategica, in cui lo stato svolge la sola funzione di garanzia, che permetta agli enti finanziari più attivi, come Cassa depositi e prestiti e al sistema bancario di mobilitare ingenti risorse verso investimenti produttivi, innovazione e ricerca, piccole e medie aziende, esportazioni, sostegno alle famiglie.
Sul taglio della tassazione per i lavoratori bisogna concentrare le risorse disponibili su un area meno ampia di soggetti così da renderlo più efficace. Nel 2014 si può iniziare a ridurre il carico fiscale sui redditi più bassi, sui carichi familiari, sui salari di produttività. Nei successivi due anni si potrà realizzare un azione più compiuta. Necessario correggere l’intervento che peggiora la rivalutazione delle pensioni anche medio-basse. A questo fine va reso molto più incisivo il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte facendo partire la riduzione del 5 per cento da 90mila euro e incrementandola al 10 per cento per gli scaglioni superiori.
Va migliorato l’intervento sugli esodati, in particolare rafforzando il monitoraggio sulla integrale applicazione delle quantità già previsti dalla legge. Per gli ammortizzatori sociali è previsto uno stanziamento significativo, anche se probabilmente ancora insufficiente. In questo ambito per gli over 60/62 che perdono il lavoro va reso possibile accedere alla pensione, anche con piccole quote di compartecipazione all’onere per il bilancio pubblico.
Per quanto riguarda la politiche sociali vengono riproposti il fondo sociale, il fondo per la non autosufficienza e la carta acquisti ma in quest’area va ricostruita una politica maggiormente organica, rafforzata nelle quantità ed integrata sia ai servizi socio-sanitari da un lato che alle politiche di contrasto alla povertà dall’altro.
 La tassazione della casa viene riformata dalla legge di stabilità e in particolare viene positivamente ristabilita sulla prima casa l’autonomia impositiva degli enti locali. Servono, però, alcuni correttivi non marginali. Innanzitutto ripristinando almeno al livello della Imu 2012 l’area della esenzione, reintroducendo le detrazioni generali e per figli a carico, garantendo in questo modo la imprescindibile progressività della tassazione. In secondo luogo va rafforzata la deducibilità relativa ai fabbricati produttivi.
 Per l’insieme di questi miglioramenti vanno con responsabilità reperite da più fronti le risorse. Sul versante della spesa va dato avvio quanto prima ai fabbisogni e costi standard, alla centrale unica degli acquisti per la pubblica amministrazione, alle semplificazioni istituzionali (abolizione delle province, fusione di comuni sotto i cinquemila), a un ulteriore riaggregrazione delle società partecipate riducendo ulteriormente gli organi direttivi .
Vanno previste la tassazione sulle rendite finanziarie al 22 per cento (esclusi i titoli), una puntuale attuazione della Tobin tax e una rapida conclusione del negoziato internazionale per la corretta tassazione dei capitali all’estero. In parallelo alla delega fiscale dall’ampia platea delle micro-agevolazioni fiscali si possono identificare razionalizzazioni e risparmi. Tutto ciò va collegato con l’azione del commissario per la spending rewiew. Quanto si recupererà sarà destinato ai miglioramenti da realizzare nel 2014 e può essere già destinato per gli anni successivi ad azioni significative di riduzione della tassazione per i redditi medio-bassi e al sostegno delle politiche di sviluppo.

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