Testo intervento in Aula
Il Bilancio di previsione per l’anno 2013 presenta nei suoi valori numerici una tendenza rispettosa delle determinazioni assunte dall’Assemblea del Senato con l’Odg G100 in data 3 agosto 2011, in occasione della discussione del Bilancio interno per l’anno finanziario 2011.
Infatti la previsione per il corrente anno è fissata, al netto dei risparmi da versare al Bilancio dello Stato, e al lordo dei trasferimenti al Fondo di prevenzione per il personale maturati e non effettuati, in 541 milioni e 500 mila euro. Tale previsione viene confermata anche per le annualità 2014 e 2015. Una riduzione di circa 50 milioni di euro (pari a circa il 9%) rispetto alla previsione del 2010 che conferma gli impegni assunti in occasione dell’approvazione dell’Odg G100.
E’ il caso di ricordare che l’operazione di riduzione complessiva della spesa è stata fortemente voluta nella scorsa legislatura dallo stesso Gruppo del Partito democratico che ha posto la necessità di una forte riduzione per le spese di funzionamento, per le spese del personale, nonché un significativo contenimento delle spese per i senatori anche attraverso l’abolizione del vitalizio e l’adozione di un sistema pensionistico contributivo pro-rata.
Sul fronte delle operazioni di riduzione dei Bilanci di previsione successivi al 2010 va anche segnalato il calo di circa 21 milioni di euro nella voce della cosiddetta ‘dotazione’, ovvero delle uscite dello Stato a garanzia del funzionamento del Senato.
Su questa linea protesa alla diminuzione della spesa va collocato lo stesso risultato del rendiconto per il 2012.
Per quanto concerne più nel dettaglio il Bilancio di previsione 2013 nel quadro riepilogativo della spesa obbligatoria, che incide per una percentuale del 90,48% sul totale delle spese 2013, si segnala, in particolare, rispetto al 2012 un aumento di circa il 6,22% per il Trattamento degli ex senatori e del 7,81% (circa 9 milioni di euro) per il personale posto in quiescenza.
A questo proposito si rileva la necessità di comprendere in modo più chiaro quali siano state le decisioni formali l’anno scorso e quest’anno relativamente alle integrazioni del Fondo di previdenza del personale. Allo stesso tempo, andrebbe meglio esplicitato il necessario intervento a copertura del disavanzo della scorsa legislatura per il Fondo di solidarietà tra i senatori.
Proprio riguardo alle spese per il personale, si osserva che, pur in assenza di turn-over e di adeguamenti retributivi, la variazione in diminuzione del costo del personale in servizio (-2,40%, ovvero circa 4 milioni e 800 mila euro) è inferiore, in termini assoluti, alla variazione in aumento del trattamento del personale in quiescenza. Su questo punto occorre effettuare una riflessione approfondita (cause e linee di tendenza) per individuare i possibili interventi correttivi.
Così come, ad esempio, è stato possibile raggiungere un positivo accordo sull’ipotesi relativa alle tabelle retributive per i nuovi assunti, risulta necessario affrontare con coraggio il delicato tema concernente il trattamento giuridico-economico del personale dipendente, allineandolo, tendenzialmente, a quanto previsto per il personale della pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda le spese per servizi e forniture si rileva che, nel quadro complessivo di una tendenziale riduzione delle previsioni 2013 sulle previsioni definitive 2012, si registrano, però, un aumento del 6,33% per i servizi logistici, così come del 7,82% per la voce studi, ricerche, informazione e del 6,46% per la voce relativa ai servizi informatici e di riproduzione.
Si segnala altresì un aumento delle previsioni di spesa per acquisti di beni e materiali di consumo per il 60,74% (da 844.200,00 a una previsione del 2012 pari a 1 milione 357 mila).
Il Bilancio di previsione registra infine una consistente riduzione pari al 50% della spesa in conto capitale (ad esempio, opere di manutenzione straordinaria – 56,91%), passando da una previsione definitiva del 2012 pari a 5.867.236,80 a una previsione 2013 di 2.933.000,00.
In ogni caso, si osserva che la tenuta del progetto di riduzione della spesa per il 2013 trova una sua particolare specificazione nella riorganizzazione e utilizzo dell’avanzo di amministrazione. Ciò è confermato dal fatto che l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione viene in gran parte destinato a copertura dei cosiddetti fondi interni con gestione e bilancio autonomo, ovvero il Fondo di previdenza per il personale e il Fondo di solidarietà. In particolare, tale intervento ammonta a circa 20,3 milioni di euro.
Nel prendere atto di tale scelta, si evidenzia in – ogni caso – quanto meriti tutta la nostra attenzione il fatto che la ‘ristrutturazione delle entrate’ si configura in concreto come uno spostamento nelle partite di giro di alcune spese obbligatorie del Senato previste in appositi regolamenti interni. Un dato credo eccezionale che mira a equilibrare i saldi previsionali dentro il progetto di riduzione della spesa.
Da questo punto di vista, appare necessario riprendere con maggiore determinazione e tenacia lo spirito e i contenuti dell’Odg G100 poiché, giunta quasi a conclusione la fase di tagli lineari alla spesa, anche se risultano ancora aperti fronti di ulteriori e immediati interventi in particolare sulla gestione degli immobili e su alcuni altri capitoli, ora risulta non più eludibile affrontare nel complesso il tema delle spese obbligatorie, collocate ancora al 90%.
Si tratta di mettere mano a un vero e proprio ‘piano industriale’ che si ponga l’obiettivo di ridurre la dotazione complessiva garantita dallo Stato, a partire dal prossimo progetto di bilancio per il triennio 2014-2016.
E’ un campo d’azione oltremodo necessario tenuto conto della lunga crisi in atto e dei numerosi sforzi e sacrifici che tutta la collettività nazionale è chiamata a mettere in atto e ai quali non può certamente sottrarsi l’istituzione Senato nell’ottica di una consistente riduzione della spesa pubblica.
Un tale obiettivo, accompagnato da una maggiore trasparenza, deve avere, a partire dai prossimi Bilanci, sicuramente – come detto – da quello per l’anno 2014, un’ampia ‘relazione illustrativa e esplicativa e di note informative ed integrative che illustrino nel dettaglio le singole voci di entrata e di spesa’. Ciò al fine di rendere il Parlamento, in questo caso il Senato, una ‘casa di vetro’, accessibile anche nelle pieghe più nascoste: unico modo per ritessere un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
Pur di fronte al raggiungimento di alcuni obiettivi, appare quindi non più rinviabile, ‘l’aggressione’ ad alcuni centri di spesa con interventi a carattere strutturale.
In questo quadro, si tratta di ridisegnare il complesso del trattamento per i senatori con particolare riferimento alla parte accessoria in una logica di completo allineamento al trattamento in essere a livello europeo. Ad esempio, va considerato che in molte realtà parlamentari straniere si riscontra una maggiore attribuzione di servizi anziché di erogazioni finanziarie. In tale contesto, si inquadra in via prioritaria e urgente la disciplina del rapporto tra Senatore e collaboratore, da affrontare anche in via regolamentare avendo a riferimento le esperienze maturate e in essere in altri Parlamenti.
E’ altresì opportuno aprire una seria riflessione sul carattere di obbligatorietà di iscrizione all’Assistenza sanitaria integrativa, tenuto conto che tale servizio risulta forse anacronistico alla luce di altre modalità di integrazione alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale che possono essere individualmente attivate.
Si potrebbe in ogni caso già ipotizzare, per quanto riguarda il trattamento degli ex senatori, una rimodulazione dei benefici in godimento con un primo intervento concernente la contribuzione per il fondo di assistenza sanitaria, prevedendo la fissazione di un principio di progressività, anche ai fini di una sicura implementazione del fondo medesimo.
In via generale, si tratta, perciò, di ripensare i servizi erogati ai senatori, che però essi stessi richiamano alla necessità di una complessiva riorganizzazione del Senato sia sotto il profilo amministrativo che per quanto riguarda il cosiddetto funzionamento. Si potrebbe così consentire di predisporre diversamente gli stessi servizi del Senato, riorganizzando tempo e spazi della struttura per meglio corrispondere al mandato parlamentare. Ciò richiede in prima istanza di mettere mano all’organizzazione degli attuali servizi, prevedendo accorpamenti e semplificazioni, anche nelle strutture direttive, allo scopo di migliorarne la qualità e di valorizzarne le alte professionalità. In poche parole, meno uffici e più servizi.
In questo contesto – e nella necessaria relazione che i Senatori Questori dovranno presentare al più presto sui risultati della spending review finora effettuata e su quella in corso, con particolare riferimento alle gare – occorre potenziare e sviluppare la sinergia con la Camera per una rapida rapida integrazione e accorpamento di taluni servizi: informatica, servizi studi, polo bibliotecario, il servizio Bilancio, del quale si sollecita l’attivazione con figure di altissima qualificazione e autonomia.
In buona sostanza, si delineano concrete azioni per aggredire in modo strutturale i maggiori centri di spesa: trattamento dei senatori, riorganizzazione dei servizi nell’ottica di un miglior utilizzo e valorizzazione delle professionalità, accorpamento di alcuni servizi, anche strategici come l’informatica, tra Camera e Senato.
L’insieme degli interventi descritti dovrà essere strettamente correlato ad obiettivi di risparmi di spesa da conseguire, in ogni esercizio, nei prossimi anni in misura tale da consentire così la progressiva riduzione dell’apporto di risorse per il funzionamento del Senato a carico del bilancio dello Stato.
Una sottolineatura va infine proposta per il capitolo riguardante il contributo all’attività dei Gruppi, dove ci sono margini per una ulteriore riduzione delle dotazioni. In ogni caso, si coglie l’occasione per sollecitare che venga al più presto conclusa la procedura per l’assegnazione dell’incarico alla società di certificazione dei bilanci dei gruppi, così come previsto dal regolamento.
Al collegio dei questori spetta nei prossimi giorni, e comunque prima del bilancio di previsione che andrà sicuramente esaminato dall’Aula all’inizio del prossimo anno, formulare le proposte che illustrino il percorso e le iniziative per proseguire nel contenimento delle spese e per la riorganizzazione del Senato della Repubblica.