‘Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne sono vicina alla mobilitazione delle donne della CGIL di Bologna e di tante città in Italia, che hanno aderito all’appello ‘Scioperiamo per fermare la cultura della violenza’ perché, come dicono le promotrici, ‘non basta più denunciare le violenze fisiche e verbali, quelle sui luoghi di lavoro, e non basta neppure il lavoro dei centri antiviolenza, pur così prezioso: le donne chiedono di poter vivere in una società che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalità maschilista, che non critichi e svilisca il termine femminicidio, una società che riconosca l’immenso lavoro delle donne e il loro ruolo multiforme nella società’. La violenza sulle donne è un fatto strutturale e la sfida che abbiamo davanti è di cambiare il Paese sul piano delle relazioni tra i generi: è nei modelli di famiglia, nella concezione del rapporto di coppia fondato sulla gerarchia, in un’idea dell’amore come possesso, nella svalutazione delle donne nel lavoro che si nascondono le ragioni culturali che conducono anche alla violenza e poi al femminicidio’. Lo dice la senatrice Rita Ghedini, segretaria d’Aula del gruppo del Pd. ‘Per questo – prosegue Rita Ghedini – dopo la ratifica della convenzione di Istanbul e l’approvazione del decreto contro il femminicidio, continuerò a lavorare nelle istituzioni, impegnandomi affinché sia verificato l’impatto di genere delle scelte pubbliche, siano coinvolti i media nel processo di cambiamento, si punti sull’educazione scolastica libera da ogni traccia di sessismo, si correggano gli stereotipi nel linguaggio, ma soprattutto perché sia garantito l’accesso al lavoro non precario, il contrasto alle dimissioni in bianco, l’estensione dell’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) ai precari e della maternità alle lavoratrici atipiche e con partita Iva’.