‘Questa proposta è in controtendenza rispetto al clima politico diffuso nel nostro paese e alla richiesta avanzata dall’opinione pubblica alle istituzioni di ridurre organismi e costi della politica. Ma chiedere l’istituzione della Commissione per i Diritti Umani è un’eccezione, che non puo’ diventare la regola, che ha importanti motivazioni’.
Così il senatore del Partito democratico, Giorgio Tonini, interviene in aula illustrando la mozione per l’istituzione della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani a Palazzo Madama.
‘Chiedo un’attenzione forte da parte dell’aula – afferma Tonini – perché questa mozione motiva in modo convincente la necessità di questa commissione, a partire dai principi sanciti dalla Costituzione che all’articolo 2 afferma che ‘la Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo’. Inoltre, su questo importante tema, c’è una tradizione consolidata di comitati e commissioni create ad hoc. Nelle precedenti legislature le priorità della Commissione sono state l’abolizione della pena di morte nel mondo, l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, la tutela dei diritti del fanciullo, le garanzie per chi si trovi privato delle libertà, la promozione e l’attuazione del diritto di asilo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione delle minoranze ed il divieto di mutilazioni genitali femminili.
‘Le esperienze del Comitato contro la pena di morte della XIII Legislatura e delle Commissioni straordinaria e speciale per i diritti umani della XIV, XV e XVI Legislatura – ricorda Tonini – hanno dimostrato come la materia dei diritti umani, e più in generale del rispetto dei diritti fondamentali della persona, sia estremamente complessa e richieda un’attività specifica, coordinata ed organica’.

‘Il lavoro che ha portato all’importante successo dell’Italia con l’approvazione della risoluzione per la moratoria contro la pena di morte nel mondo da parte dell’Assemblea generale dell’ONU il 18 dicembre 2007 – conclude l’esponente pd – ha mosso i primi passi proprio in Parlamento. Questo, insieme al cambio di un paradigma da tempo in atto in politica internazionale e di una concezione assolutista che vedeva la sovranità degli stati pretendere la non ingerenza negli affari interni di un Paese, sono senz’altro le motivazioni che più di altre devono convincerci l’importanza della costituzione di questa Commissione’.


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