“La richiesta di Matteo Renzi di inserire le unioni civili per le coppie dello stesso sesso nel patto di governo non appare una via praticabile, se non al costo di un suo ulteriore immiserimento. In quel patto andrebbe piuttosto scritto che su questo tema, come per la legge elettorale e l’abolizione del senato, ci si tiene le mani libere in parlamento”.

Così il senatore del Partito Democratico Sergio Lo Giudice, primo firmatario della proposta di legge sul matrimonio non discriminatorio in discussione in Commissione Giustizia del Senato commenta oggi sul suo blog le parole pronunciate ieri dal segretario del suo partito.

MatteoRenzi, aveva proposto il modello inglese delle civil partnership con step-childadoption. Quella legge non risolve la questione del pari trattamento di fronte alla legge, tanto che il premier Cameron lo ha sostituito con il matrimonio, unica parola di uguaglianza. Tuttavia estende tutti i diritti matrimoniali e la possibilità di adozione dei figli del partner alle coppie lesbiche e gay. Ma sembra che qualcosa sia andato perduto nella traduzione: oggi si parla di un disegno di legge sulle unioni civili aperto alle coppie omosessuali come a quelle eterosessuali che non affronta il tema dei figli che vivono all’interno della coppia”.

 Nella versione italiana- conlude il parlamentare ex presidente di Arcigay- perdono di senso sia la civil partnership , cioèun istituto forte riservato alle coppie dello stesso sesso a cui estende gli stessi diritti del matrimonio, sia la step-child adoption, cioè l’adozione dei figli del/la partner, ribaltando così gli impegni assunti da Renzi durante le primarie. Lost in translation? Conto che Renzi voglia declinare in italiano gli impegni assunti in inglese”.


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