‘Equipararle può sembrare estensione libertà, ma è una penalizzazione per entrambe’

‘Ottimo procedere celermente, ottimo farlo con pragmatismo senza ideologie. E però, se sulle unioni civili tutti i tentativi sono falliti ci sono tanti perché. E allora la prima cosa da evitare è quella di rifare gli stessi errori e concordare sui alcuni punti comuni che sono, per fortuna, superiori che in passato. Il primo punto comune deve essere la distinzione tra unioni affettive eterossessuali e quelle omosessuali. Equipararle può sembrare a molti un’estensione delle libertà ma è, invece, una penalizzazione per entrambe’. Lo dice la senatrice del Pd Emma Fattorini.

‘Questo – prosegue Emma Fattorini – per l’ovvia ragione che le coppie etero hanno comunque a disposizione la possibilità di sposarsi e quello omo no, e perché la legislazione anche in Italia ha consentito molte opportunità alle coppie conviventi, sia pure in modo non sistematico, dalle agevolazioni economiche, al riconoscimento dei figli. Ma c’è un’altra ragione, di natura antropologica prima ancora che morale, che sconsiglia fortemente di equiparare le coppie etero a quello omo. La scelta di sposarsi è una scelta libera, con la quale si scelgono diritti e doveri: ad esempio la cura dell’altro, degli anziani e dei bambini. Si devono quindi penalizzare le libere convivenze? No di certo, ma neppure equipararle al matrimonio che implica un investimento soggettivo e oggettivo che va riconosciuto, in nome di quella stessa idea di responsabilità che invochiamo per chiedere maggiori diritti. Insomma se pretendiamo più libertà, dobbiamo esigere maggiore responsabilità. Diversamente è per le unioni tra omosessuali che, pur non dovendosi equiparare al matrimonio secondo il parere di molti di noi, non hanno il benché minimo riconoscimento, fatto questo sì grave e incivile’.


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