Senatrice Cirinnà, a proposito degli emendamenti della Lanzillotta lei ha parlato di un ‘ricatto contro Roma’. Perché?
«Dopo che la commissione Bilancio aveva accolto il suo emendamento su Acea, probabilmente senza rendersi conto del grave danno che avrebbe apportato al Comune di Roma con la svendita dell`acqua pubblica» risponde la parlamentare del Pd «la Lanzillotta ha ritenuto di non votare la riformulazione presentata dal capogruppo Zanda, concordata con gli eletti a Roma e con il sindaco Marino».
Che cosa sosteneva?
«Voleva abolire la quota de1 51% in mano pubblica e che il Comune potesse dismettere il controllo, in barba al referendum, sostenendo che con la vendita di quelle quote, l`unico vero gioiello di Roma Capitale, che dà dividenti cospicui, si sarebbe potuto incassare una notevole cifra da dare allo Stato p er ripianare la gestione commissariale del debito della città».
 In che cosa consisterebbe il ricatto?
«Si è materializzato con il suo successivo emendamento con cui sivietalap o ssibilità di lavorare su un aumento dell`Irpef di 0,3% che equivale a 135 milioni di euro. E questo è passato con il voto vergognoso di tutto il centrodestra, con M5S e Scelta Civica. Solo il Pd e paradossalmente la Lega, che ha sempre chiamato Roma ‘ladrona’, hanno votato contro».
Che cosa avrebbe portato per la definizione del bilancio di previsione del 2014 la possibilità di aumentare l`Irpef?
«Sicuramente non c`è un danno in termini di spesa corrente perché sono certa che Marino non abbia nessuna intenzione di aumentare le tasse in questo momento. È comunque grave la lesione alla libertà di scelta del sindaco e della sua maggioranza». In aula tra lei e la Lanzillotta c`è stato uno scontro molto duro.
«Io le ho ricordato la sua fallimentare svendita della Centrale del Latte al tempo in cui era assessore al Bilancio nella giunta Rutelli, per la quale il Comune di Roma è stato condannato in via definitiva anche dal Consiglio di Stato».

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