‘Il rapporto Lunacek (‘Relazione sulla tabella di marcia dell’UE contro l’omofobia e la discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere”) é stato approvato questa mattina dall’aula di Strasburgo con 394 voti a favore e 176 contrari. Nonostante la forte campagna di mobilitazione sulla stampa e tramite ‘mail bombing’ da parte delle organizzazioni cattoliche più integraliste, il Parlamento europeo non é arretrato rispetto ad impegni assunti nel Trattato, nella Carta di Nizza e in diverse direttive, vincolanti per gli Stati membri, ma la cui effettiva applicazione non è mai stata sufficientemente monitorata né accompagnata dalle necessarie azioni di contorno’. Lo dichiara Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico. ‘La risoluzione propone una tabella di marcia alla Commissione, a cui si chiede di accelerare sulla direttiva contro le discriminazioni in cantiere da anni, e agli Stati membri, a cui si chiede di coordinare le proprie azioni. Tenere conto della specificità delle donne lesbiche e delle persone transgender nelle politiche di genere; contrastare attraverso norme penali e azioni culturali omofobia e transfobia; abolire l’obbligo della mutilazione chirurgica per chi chiede la riattribuzione anagrafica del sesso; riconoscere il diritto alla libera circolazione in Europa delle famiglie LGBTI e il diritto d’asilo a chi é perseguitato nel proprio paese; promuovere buone pratiche antidiscriminatorie a scuola, sul lavoro, nella sanità: queste le principali azioni suggerite’. ‘L’atto approvato oggi- conclude Lo Giudice- potrà essere da stimolo anche al nostro paese, che si accinge a varare una legge contro l’omofobia e la transfobia e ha in cantiere l’approvazione di leggi sulle coppie gay e lesbiche e sulla modifica della legge 164 sulla riattribuzione del sesso. Anche la Strategia per i diritti LGBT varata dal Governo e coordinata dal Dipartimento Pari Opportunità potrà trovare nuovo impulso da questa decisione. Sempre che la politica italiana non ricada nell’antico vizio di approvare buoni propositi in Europa e di ignorarli poi in patria’.

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