Per l’associazione Medici per i Diritti Umani (Medu) appena il 45,7% delle persone trattenute nei Centri di identificazione e di espulsione viene rimpatriata. Una percentuale che conferma lo scarso apporto che tali luoghi rappresentano nella cosiddetta «lotta all`immigrazione irregolare». Un rimpatrio che altro dato eloquente – rappresenta lo 0,9% del totale degli immigrati senza titolo di soggiorno presenti sul territorio italiano. Una conferma (e un paradosso) di quanto i Centri di Identificazione e di Espulsione risultino inutili rispetto agli stessi propositi dell` espulsione e dell identificazione. Anche perché, nella maggior parte dei casi, l`espulsione a opera delle forze dell`ordine, non avviene perché non preceduta dall`identificazione della persona trattenuta. Un problema che nasce dai rapporti con le autorità consolari dei paesi di provenienza che, spesso, non collaborano con quelle italiane per accertare l`identità di chi si trova nel centro.
L`effetto disastroso ed evidente di tale situazione si riflette sull`intera società. Riguarda gli ingenti costi di gestione, 1 impiego di risorse umane, 1 organizzazione delle strutture di sicurezza. Per non parlare del danno culturale prodotto dall assimilazione della figura del migrante a quella di un potenziale criminale.
Il tutto per un periodo di trattenimento che si fa sempre più lungo, arrivando anche ai 18 mesi.
Per questo i numeri riportati da Medu confermano, dunque, da un lato 1 inefficacia e I irrilevanza dello strumento della detenzione amministrativa, dall altro 1 inutilità e 1 irragionevolezza dell estensione del trattenimento dai 6 a 18 mesi (dal giugno del 2011) ai fini di un miglioramento nell efficacia delle espulsioni. Del resto, 1 abnorme prolungamento dei tempi massimi di detenzione amministrativa sembra aver contribuito unicamente ad esacerbare gli elementi di violenza e disumanizzazione di queste strutture. Tale evidenza è stata sistematicamente riscontrata dai team di MEDU durante le 18 visite effettuate in tutti i centri nel corso degli ultimi due anni. Sebbene i dati del 2013 della Polizia di Stato segnalino un tempo medio di permanenza all interno dei CIE di 38 giorni, tale dato deve essere scorporato, per un adeguata analisi, dal momento che rappresenta una media di tutte le persone transitate nei centri, includendo categorie di migranti trattenuti anche per periodi brevissimi, come ad esempio i migranti il cui fermo non è stato convalidato dall autorità giudiziaria. Il rapporto di Medu non si limita solo alle statistiche: si avanzano alcune concrete proposte per migliorare il sistema di gestione dei migranti irregolari: la richiesta di chiusura degli otto Cie temporaneamente non operativi, ma anche di quelli ancora formalmente aperti, eppure considerati strutturalmente inadeguati; la riduzione a misura eccezionale, o comunque del tutto residuale, del trattenimento dello straniero ai fini del rimpatrio; per giungere, più in generale, all`adozione di misure di gestione dell immigrazione irregolare, caratterizzate dal rispetto dei diritti umani.

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