‘L’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento giudiziario italiano rappresenta un importante passo avanti per i diritti umani che, in questa legislatura, sono stati già al centro dell’azione parlamentare, come per la ratifica di Istanbul e l’abolizione del reato di clandestinità’.
Così la senatrice del Partito Democratico Rita Ghedini.
‘L’introduzione del reato di tortura era una questione di civiltà e di onore rispetto agli impegni internazionali assunti. L’approvazione delle proposte di legge che adeguassero la nostra alle normative di altri paesi occidentali erano sempre state bloccate da volontà pseudo-garantiste che in realtà miravano per lo più alla protezione di interessi corporativi: così è aumentato negli anni lo spread di civiltà, giuridica, che invece oggi torna a livelli più normali’.
‘Si colma così una lacuna normativa che perdurava da quasi trent’anni – conclude Ghedini – superando un difetto di democrazia che l’Italia non poteva più tollerare’.