Per l’uso terapeutico la Conferenza Stato-Regioni può accelerare l’iter della mia proposta
Caro Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, la decisione, presa venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, di non impugnare la legge della regione Abruzzo in materia di uso terapeutico della cannabis, è molto saggia. Sotto il profilo terapeutico, giuridico e politico. Come sai, in Italia, il ricorso a farmaci cannabinoidi è legittimo ormai da quattordici mesi, ma in tutto questo periodo la possibilità per i pazienti di accedervi è rimasta pressoché nulla.
E sarebbe proprio necessario che la signora ministro, Beatrice Lorenzin, («in Italia la cannabis è già utilizzabile, al pari degli oppiacei, per motivi farmacologici e terapeutici») leggesse la straordinaria testimonianza del giornalista Toni De Marchi, affetto da sclerosi multipla, riportata da l`Unità di ieri, a proposito della disponibilità dei farmaci cannabinoidi). Dunque, il segnale del Consiglio dei Ministri di venerdì va accolto e messo a frutto in tempi rapidi, tanto più che in precedenza il governo
Monti aveva impugnato altre leggi regionali in materia.
Ricordo che a oggi sette regioni hanno approvato specifiche normative sulla questione: Toscana, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Veneto e,
appunto, Abruzzo. Ma nessuna di esse ha adottato ancora i relativi regolamenti. Si tratta di normative che prevedono differenze nelle modalità di somministrazione e vincoli diversi nelle restrizioni relativamente alle patologie trattabili con i cannabinoidi, normative che andrebbero armonizzate e attuate tempestivamente. Per questo, mi rivolgo a te.
Attualmente la procedura per ottenere i farmaci in questione è macchinosa e lenta e prevede una lunga sequenza di passaggi: medico curante, azienda sanitaria, ministero della Salute, mercato estero, importazione, farmacia ospedaliera; i tempi di attesa superano abitualmente i tre mesi, ma possono oltrepassare facilmente l`anno. Il trattamento è limitato nel tempo e prevede periodiche sospensioni; il prezzo di un singolo prodotto può raggiungere livelli altissimi. Tutto ciò è gravissimo: la mancata disponibilità di farmaci che, da decenni, la letteratura scientifica internazionale ha valutato efficaci, impedisce di operare per alleviare dolori intollerabili resistenti alle tradizionali terapie e più in generale per migliorare la qualità della vita e della salute dei pazienti. E per intervenire su patologie come il glaucoma e sui sintomi di malattie neurologiche come la sclerosi multipla, o su effetti avversi (nausea e vomito) di trattamenti particolarmente invasivi come la chemioterapia. Per queste ragioni ho presentato un mese fa un disegno di legge che prevede la semplificazione delle procedure, snellisce i meccanismi burocratici e riduce le farraginosità amministrative, agevolando le possibilità di prescrizione e le garanzie per medici e pazienti.
Caro Errani, vorrei che quanto previsto nella mia proposta trovasse un`interlocutore nella Conferenza Stato-Ragioni e nel Coordinamento degli assessori regionali alla Salute, per un lavoro comune.
Aggiungo un`ultima considerazione. La legge della regione Abruzzo prevede la possibilità di stipulare convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci. Si può interviene quindi anche su un`altra criticità: nessuna azienda farmaceutica italiana ha chiesto la licenza per produrre quei farmaci. Una prima soluzione c`è ed è a portata di mano, e consentirebbe di ridurre i tempi e i costi a carico del Sistema Sanitario Regionale, in un regime di assoluta sicurezza.
Si incarichi, attraverso un protocollo tra ministero della Difesa e ministero della Salute, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze – che già prepara diverse tipologie di materiali sanitari, farmaci e presidi medico-chirurgici – di produrre medicinali cannabinoidi per i pazienti italiani. Già dai responsabili di quello Stabilimento sono arrivati segnali di grande attenzione. Ciò non deve escludere, va da sé, la possibilità per i pazienti di ricorrere alla coltivazione domestica per il proprio uso terapeutico.
 Caro Errani, dopo la decisone del Governo, l`arretratezza culturale che nel nostro Paese ha ostacolato per anni la ricerca scientifica sul tema della cannabis a uso terapeutico pare possa essere superata. Si tratta ora – e in questo il ruolo delle regioni può essere determinante – di dare piena attuazione a norme già approvate, estendendole all`intero territorio nazionale e a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Mi rivolgo a te, dunque, perché sia la Conferenza Stato Regioni a coordinare un intervento in tempi brevi che permetta al nostro paese di superare un tabù che – oltre a essere antiscientifico e illiberale aveva e continua ad avere un effetto sciagurato: quello di non ridurre, nei limiti del possibile, il dolore superfluo.

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