Per Roche e Novartis 200 milioni di maggior profitto: il costo di 69 medici
La sentenza dell`Antitrust ha svelato il cartello messo in atto delle due multinazionali farmaceutiche ai danni dei pazienti e del sistema sanitario italiano.
Forse adesso sarà possibile mettere mano a questo tipo di sprechi nella spesa, nell`interesse di tutti.
Il caso Avastin-Lucentis, due farmaci per il trattamento di una malattia degenerativa che può portare alla cecità, è stato concluso dall`autorità Antitrust con una decisione netta. Le multinazionali Roche e Novartis, che commercializzano i due prodotti, sono state multate per 182 milioni di euro per aver posto in essere accordi «restrittivi della concorrenza», volti a «limitare il consumo del farmaco meno costoso», restringere «la libertà di scelta dei consumatori» e «condizionare il giudizio e la scelta terapeutica dei medici». Il tutto con l`obiettivo di una «illecita massimizzazione degli introiti» delle due aziende, legate fra loro da intrecci azionari.
Il pronunciamento è dell`Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che lo scorso 27 febbraio ha chiuso una lunga istruttoria avviata nel febbraio 2013 a seguito delle denunce di alcune associazioni di professionisti e di consumatori.
L`Antitrust ha svolto un lavoro che può a pieno titolo essere considerato eccezionale. Perché ha condotto un`indagine senza tentennamenti su un tema tecnicamente molto complesso e di straordinarie dimensioni, economiche e sociali. Perché l`istruttoria ricostruisce i comportamenti di due multinazionali le cui strategie hanno rilevanza mondiale. Perché la sentenza dimostra la determinazione con la quale le due aziende hanno sfruttato le smagliature del quadro normativo-regolamentare italiano per massimizzare i loro profitti. Perché la sanzione dà un piccolo ristoro alle finanze pubbliche che, si è dimostrato nella sentenza, sono state fortemente penalizzate dagli accordi collusivi.
Il nostro Paese può quindi essere orgoglioso del lavoro svolto dall`Antitrust e del fatto che sulla vicenda si sia arrivati a una decisione chiara. Ma la gravità dei comportamenti svelati dall`inchiesta non può che essere motivo di preoccupazione e amarezza, anche per chi (come chi scrive) aveva da tempo denunciato il caso.
La dettagliata ricostruzione delle azioni messe in atto per favorire il consumo del farmaco più costoso (Lucentis), in sostituzione di quello meno caro (Avastin), rivela infatti a quali livelli di ingordigia può arrivare il comportamento delle multinazionali. La massimizzazione del profitto è un legittimo obiettivo dell`impresa. Ma il suo raggiungimento attraverso raffinati «illeciti anticoncorrenziali», ripetute «artificiose differenziazioni» dei prodotti, strumentali «manipolazioni della percezione dei rischi» del farmaco meno costoso, subdola «minimizzazione dei risultati di studi comparativi indipendenti» rivela un`insaziabile sete di profitto che non può che risultare odiosa. L`Antitrust rivela infatti che, nonostante fossero «consapevoli della scarsità e discutibilità» delle loro argomentazioni, Roche e Novartis hanno diffuso preoccupazioni sulla sicurezza di Avastin al fine di limitarne il consumo. Così facendole due aziende riescono ad aumentare i loro ricavi di circa 200 milioni all`anno. Una cifra che avrebbe potuto consentire l`assunzione ad esempio di «69 medici, oppure 155 infermieri oppure 193 ausiliari».
Il tutto a danno di un Paese colpito da una crisi economica particolarmente pesante e impegnato in un percorso di risanamento delle finanze pubbliche che tocca anche la sanità; senza la minima attenzione alle conseguenti difficoltà di accesso alle cure da parte di persone con patologie gravi e diffuse; «sfruttando ai proprifini l`alta complessità tecnica e regolamentare del settore» e facendo leva sulle debolezze di un quadro normativo e tecnico che fatica a rinnovarsi. Ma forse il clamore della sentenza renderà forse possibile ciò che ad oggi non è stato possibile realizzare, sia nel miglioramento del quadro normativo sia nella riforma dell`Aifa. Nell`interesse generale dell`intera collettività.