Già pronto un emendamento per la parità nelle liste tra i due sessi al 50%
Insomma, onorevole Di Giorgi, alla fine il Pd non ha retto sulle quote rosa…
«Non c`è dubbio che abbiamo provato una forte delusione. Il fatto che siano mancati dei voti ci ha spiazzato. Quanto alla spaccatura, siamo un partito che è abituato ormai a digerire molte cose anche quelle più indigeste. Avevamo un accordo sulle riforme da fare e Berlusconi che cerca di non concedere nulla sul fronte femminile che a loro è sempre stato inviso, mette in difficoltà noi che invece siamo da sempre stati in sintonia con le linee più progressiste dell`Unione Europea».
Questa frattura non finirà per lasciare ferite trai democratici? Si potranno sanare in Senato oppure no?
«Il nodo della parità va tenuto separato dal capitolo Italicum che invece passerà sia alla Camera che al Senato. Quella sulla parità di genere è una battaglia che va fatta. Spero che la riflessione dentro Forza Italia possa portare ad un avanzamento. Abbiamo fiducia che il voto palese a Palazzo Madama metta qualcuno più in difficoltà anche nelle fila del mio partito. Spero davvero ci sia un passo avanti. Ed è proprio in Senato che vanno ritrovati i numeri per avere successo in questa battaglia di civiltà. La nostra è una crociata culturale perché la non parità la sentiamo come una rinuncia pesante. Si tratta di un punto importante del nostro percorso storico anche generazionale. Noi democratiche siamo state formate seguendo principi come questo e per noi ha un senso più profondo rispetto a tante colleghe più giovani che sono alla Camera. Anzi. Anche le donne del Movimento Cinque Stelle che sono tante in Senato potrebbero cercare di convincere Grillo esattamente come quelle di Forza Italia dovrebbero fare con Berlusconi».
Ci sono margini per modifiche?
 «Certo. Stiamo mettendo a punto un emendamento che presenteremo la prossima settimana. Conterrà essenzialmente due punti chiave. Il primo riguarda la parità al 50% il secondo l`alternanza nelle liste».
Con la prospettiva del nuovo Senato che avanza non si sente un po`…a tempo?
 «Di una cosa sono certa: stupiremo l`Italia perché saremo i protagonisti di una buona trasformazione del Senato. Stiamo lavorando per mettere a punto il mix di funzioni. Avrà poteri sulle leggi di maggior rilievo, una sorta di doppia lettura. Ma tutto nel nome dell`agilità. Si tratterà di una camera alta che farà il lavoro di collegamento con l`Ue; eserciterà un controllo funzionale e al cui interno prevediamo la presenza delle autonomie locali. Ci sarà una fortissima riduzione dei componenti. Vi siederanno i presidenti delle Regioni, ma è possibile ci sia anche un certo numero di senatori che saranno tali per ventiquattrore al giorno. Sappiamo che Renzi prepara una bozza molto aperta al nostro lavoro…».
Nostalgia per la fine di un pezzo di storia politica del Paese?
«Non c`è spazio per la nostalgia. Questo è un passaggio che andava fatto per mettere la parola fine al bicameralismo perfetto che davvero non era più condivisibile».

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