‘Irragionevole pensare di avere un premio di maggioranza alla Camera se poi non si modifica Palazzo Madama’
Da qualche ora Anna Finocchiaro ha ripreso a confrontarsi anche con l` arcinemico Matteo Renzi. Addirittura con chi, in passato, ha fatto di lei un bersaglio della rottamazione. Ma nulla è per sempre, in politica. Spetta alla senatrice, d`altra parte, guidare la commissioneAffari costituzionali del Senato. E toccherà a lei decidere cosa discutere, quando, con che tempi. In un assolato pomeriggio romano, si concede una sigaretta nel cortile di Montecitorio.
Senatrice Finocchiaro, ora tocca al Senato occuparsi dell`Italicum. E lei dovrà confrontarsi con Renzi. Il presidente del Consiglio, in realtà, ha ripreso a dialogare anche con Massimo D`Alema. Tutto è possibile, insomma.
«Sa una cosa? La differenza fra me e Renzi è che io potrei essere sua madre e, quindi, ho una pazienza di Giobbe. Non guardo indietro, guardo parecchio avanti».
E’ possibile che la commissione affari costituzionali si occupi della legge elettorale solo dopo aver licenziato il testo che riforma il Senato per superare il bicameralismo perfetto? 
«Sì, perché quella è la strada giusta. Quella più logica».
Perché?
«Partiamo da un dato: nella nuova legge elettorale è previsto per la Camera un forte premio di maggioranza. Questo premio è ragionevole se garantisce o è in grado di garantire la governabilità. Questo è il dettato dellaCorte costituzionale».
Prosegua.
«Nella malaugurata ipotesi in cui si tornasse a votare con il bicameralismo paritario, il sistema elettorale del Senato sarebbe il proporzionale. Quello, insomma, uscito dalla sentenza della Consulta. E questo sistema No ímboscate Imboscate anti-premier non ne stiamo facendo Nella mia vita ho sempre condotto battaglie alla luce del sole non garantirebbe la governabilità».
E quindi?
«E di conseguenza il premio previsto per la Camera sarebbe irragionevole». L`Italicum, insomma, funziona se il Senato non dà la fiducia. Il premio è ragionevole se non esiste più il bicameralismo perfetto. La commissione, dunque, dovrebbe licenziare la riforma di Palazzo Madama primadi affrontare l`esame della nuova legge elettorale.Anche l`Aula, a suo avviso, dovrà seguire lo stesso ordine?
«Questo non dipende dal presidente della commissione. In ogni caso, nei limiti del possibile, credo che dovrebbe essere così».
 Ma in questo modo Renzi non rischia di perdere un`opportunità? Non potrà vantare l`approvazione definitiva dell`Italicum prima di confrontarsi, a fine maggio, con il voto delle Europee.
«Vediamo. E comunque più si sciolgono i nodi politici, meno tempo si perde. Su entrambi i provvedimenti».
Pensa che ci sia il rischio di imboscate?
«Noi non facciamo imboscate. Quanto a me, nella mia vita ho sempre condotto battaglie alla luce del sole».
Come intende procedere nelle prossime settimane?
«Posso assicurare che noi, in commissione, ascolteremo tutti. Senza forzature e con il massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche. E intanto…».
Dica.
«Quanto all`oggi, stiamo lavorando per l`approvazione della doppia preferenza di genere alle Europee. E me lo lasci dire: se passerà, sarà grazie all`ostinazione della senatrice del Pd Doris Lo Moro. Anzi, sarà una sorta di ‘norma Lo Moro’».

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