‘Oggi il Parlamento europeo è composto soltanto per il 31% da donne, è chiaro che non corrisponde al peso politico e sociale che le donne hanno assunto in tutti i Paesi europei’. Lo dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà.
‘Ancora una volta – spiega – questo risultato va imputato a sistemi elettorali non adeguatamente equilibrati e garantisti nei confronti della rappresentanza di genere. Riguardo la legge che il Senato sta per approvare il primo punto che va chiarito è che è fuori luogo parlare di quote rosa: la questione non è la difesa di una ‘categoria protetta’ ma dell’applicazione di un principio costituzionale e democratico, la rappresentanza paritaria chiede il 50 e 50, la metà, quindi, non è una quota’.
‘In secondo luogo – aggiunge – va apprezzato il punto d’accordo raggiunto: è stato, infatti, ottenuto il risultato che già dalla tornata elettorale del prossimo maggio nel caso di tre preferenze espresse queste debbano riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza. Per giungere poi, nel 2019, a istituire la piena presenza paritaria nelle liste, l’alternanza nel ruolo di capolista e la preferenza di genere con seconda e terza preferenza annullate se il principio non verrà rispettato’.
‘Si sarebbe potuto fare ed ottenere molto di più – conclude Cirinnà – semplicemente avendo una maggioranza diversa. Considero questo compromesso un’altro credito che pretenderemo di incassare inserendo le norme sulla parità nell’Italicum’

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