‘Non accettiamo strumentalizzazioni e basse insinuazioni sulla nostra posizione da parte di chi vuole fuorviare il dibattito accusandoci di mediare sulla pelle donne. Non è più tempo di rappresentare un dibattito così significativo come una schermaglia tra femminucce e maschietti. A chi parla di ‘gravidanze isteriche’ rispondo che il Pd rigetta questo linguaggio volgare’. Così la senatrice Pina Maturani, vicepresidente del gruppo Pd di Palazzo Madama risponde nella dichiarazione di voto per la parità di genere della Legge elettorale per le Elezioni europee alle pesanti accuse provenienti da un esponente del gruppo PI. ‘Non è la legge che volevamo – sottolinea Maturani nella dichiarazione – ma di fronte alla manifesta diversità di posizioni delle altre forze politiche, ci siamo trovati ad un bivio: fare una battaglia di testimonianza per poi registrare una delegazione italiana al Parlamento europeo composta in maniera massiccia da uomini o accettare una mediazione che ci consente di garantire ad oggi che almeno una delle tre preferenze espresse sia donna e assicurare per le elezioni europee del 2019 un provvedimento completo per la piena parità di accesso alle cariche elettive per uomini e donne’. ‘Come Partito Democratico – prosegue la vicepresidente – abbiamo deciso di accettare responsabilmente una proposta di mediazione con la volontà di tenere alta l’attenzione su un tema che, chiariamo, non si chiama quote, bensì democrazia paritaria, in vista anche e soprattutto della seconda lettura sulla legge elettorale che quest’Aula sarà chiamata a votare e nel corso della quale auspico vivamente e con me il mio Gruppo possa vedere la correzione di quanto accaduto nel voto segreto dell’Aula di Montecitorio’. ‘Fuori di qui – ricorda Maturani – c’è un Paese, l’Italia, che è molto più avanti di quanto si voglia far finta di credere ed ha pienamente elaborato il fatto che gli uomini e le donne siano parimenti cittadini titolari di diritti politici. C’è un mondo che non si fermerà, che investirà e sta già investendo tutti i settori del nostro Paese: Pubblica Amministrazione, aziende, larghi settori dell’economia, scuola, università, giornali. Un mondo, quindi, cui non possono e non devono rimanere estranee le Aule di questo Parlamento né tantomeno la rappresentanza italiana del Parlamento Europeo alla vigilia di un voto che si rivela cruciale per i destini del nostro Paese’, conclude Pina Maturani.

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