‘Per comprendere l’importanza dell’approvazione del Def basta ricordare dove eravamo finiti un anno e mezzo fa, ovvero una situazione di finanza pubblica disastrosa, con una perdita sostanziale di controllo dei conti pubblici, e di caduta della credibilità del nostro Paese rispetto alle istituzioni europee e ai mercati internazionali’.
Così il senatore del Partito democratico Giancarlo Sangalli intervenendo in aula sul documento di economia e finanza.
‘Per questo è necessario mettere in atto al più presto il Piano nazionale delle riforme per accompagnare la fase di risanamento e spingere sulla crescita, anche con un progetto di riforma fiscale che porti a un sostanziale riequilibrio del prelievo a favore del lavoro e delle imprese’.
‘Sul piano delle politiche industriali – continua Sangalli – è necessario ricominciare, finalmente, ad occuparci dell’industria, del commercio, dell’economia e dei mercati e della politica che dunque si occupa di ciò che deve far crescere davvero il PIL di mercato del nostro Paese. Abbiamo troppo PIL pubblico, che ha fatto pensare a tanti che con più tasse e con più spesa pubblica si possa mantenere in piedi un Paese. In realtà, per mantenere in piedi il Paese, abbiamo bisogno di creare valore e questo lo si crea se si mettono le imprese – soprattutto le piccole – nella condizione di competere, di valorizzare il proprio capitale umano, di fare reti tra di loro, di fare promozione, di fare internazionalizzazione e se, come Paese – così come ha consigliato anche il Presidente del Consiglio nell’intervento all’Expo di Milano – ci diamo un po’ di voglia e un po’ di ambizione’.
‘Abbiamo bisogno di rimettere in moto il credito per le piccole imprese, soffocate dalla mancanza di credito. Sembrava impossibile trovare i 40 miliardi per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese; eppure lo si fa, con un provvedimento molto complesso, perché prima sono stati risanati i conti, altrimenti non avremmo trovato quello 0,5 per cento che ci portava al 2,9 per cento di rapporto debito-prodotto interno lordo. Mettere in moto i finanziamenti alle imprese significa ridare dimensione ad una società che si organizza e trovare anche forme di finanziamento alle imprese che vadano sui mercati dei capitali e rendano più facile il rapporto tra piccole imprese e mercato’.
‘Bisogna inoltre trovare la dimensione necessaria al nostro sistema economico, che non è quella che vorremmo avere: non abbiamo né la Siemens né la Philips, ma abbiamo milioni di piccole imprese – conclude Sangalli – che possono rappresentare la grande capacità competitiva del nostro Paese se solo le sappiamo valorizzare per quello che sono’.

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