‘Diamo la fiducia al ddl sulle province con convinzione, con la consapevolezza della responsabilità di questo gesto e con la serietà di chi si fa carico dei suoi doveri di governo, perché vogliamo fortemente che il cammino delle riforme vada avanti e sosteniamo l’ispirazione generale e la direzione di marcia del Presidente del Consiglio e dell’Esecutivo su questo tema. Il Parlamento, e il Senato soprattutto, deve dare al Paese il messaggio che su questi temi sensibili non rinvia, non s’impantana, non arretra dalle sue responsabilità. Di fronte a critiche sono state spesso strumentali, noi stiamo dalla parte di chi guarda ai doveri del governare, facciamo la nostra scelta di campo. E questo è il primo passo del piano delle riforme’. Lo ha detto il senatore Claudio Martini, vicepresidente del gruppo del Pd, nella sua dichiarazione di voto.
‘Nel no a questo ddl – ha proseguito – si sono ritrovate opinioni diverse: no perché non cambia niente, no perché si aggredisce la democrazia, no perché non abolisce le province, no perché abolite le province quando il problema é tutt’altro. Oggi è preminente il messaggio politico: se non interveniamo tutto si ferma, significa che non c’è modo di uscire dalla palude. Nel merito, riconosciamo l’importanza del lavoro di riscrittura fatto dalla Commissione. Certo, non è provvedimento organico, ed è questo un elemento presente anche al governo. Ma sicuramente è un primo passo: abbiamo definito le funzioni di area vasta, è stato evitato il paradosso di dovere votare e poi sciogliere i consigli; abbiamo creato le condizioni per far partire le città metropolitane, abbiamo lavorato per le unioni comunali. Riorganizziamo i poteri locali e territoriali, superiamo le disfunzioni e gli sprechi, ma non per mortificare l’autonomia, non perché vogliamo più centralismo, ma perché l’autonomia sia più utile al Paese. L’autonomia non è un lusso, ma il cuore dell’articolo 5 della Costituzione’.

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