‘Se il diritto acquisito è un privilegio ingiustificato’ allora ‘non si deve tenere’, ‘bisogna avere il coraggio di dire che ci sono delle cose che non ci stanno, perché ingiuste’. Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in occasione di un convegno organizzato dal Pd sul Jobs Act.
Forse ci sono delle cose che erano giuste nel ’62 ma non lo sono più nel 2014′.
Anche perché, ha spiegato Poletti, ‘se cominciamo ad accettare che una certa
cosa conquistata nel 1964 va bene in eterno, allora noi non faremo niente’. E,
ha aggiunto il ministro, ‘di gente che ha conquistato cose nel ’64-’65 ne
abbiamo in una quantità industriale’. Secondo Poletti ‘dobbiamo misurarci con un
dato di equità’ o meglio ‘dobbiamo misurarci con i ragazzi che non hanno ancora
cominciato a lavorare’. Per Poletti infatti è iniquo che mio figlio o mio
nipote, un ragazzo di vent’anni, non possa avere le condizioni minimali di
garanzia e tutela e non che io possa mantenere quello che mi sono acchiappato
nel ’75’. Inoltre, ha sottolineato Poletti, ‘su queste cose ci sono delle
spettacolari alleanze, tutti i gruppi parlamentari sono d’accordo. Ma – ha
evidenziato – se una cosa è ingiusta io non sono d’accordo, anche se sono
l’unico’. D’altra parte, ha spiegato, ‘ho visto fare un sacco di cavolate
all’unanimità’.