‘Secondo il ‘Rapporto sul benessere equo e sostenibile – Bes 2014′ realizzato da Cnel e Istat la riduzione del gender gap, la distanza di genere per il tasso di mancata partecipazione al lavoro, passa dagli 11 punti del 2008 a meno di 8 punti nel 2013. Sembrerebbe una buona notizia ma purtroppo il dislivello tra generi resta comunque il più elevato d’Europa. Del resto non sono positivi, in generale, tutti i dati relativi all’occupazione che vedono una forte diminuzione del lavoro maschile e giovanile, da noi infatti il numero dei disoccupati è cresciuto in modo più sostenuto rispetto al resto d’Europa.’ Lo dichiara la Vice presidente del Senato Valeria Fedeli. ‘Peggiora anche la qualità del lavoro, sono sempre maggiori per le donne le difficoltà ai conciliare tempi di lavoro e di vita che si manifestano con maggiore intensità soprattutto in presenza di figli piccoli, come testimonia la recente crescita del divario tra il tasso di occupazione delle madri di bambini in età prescolare e quello delle donne senza figli (nel 2013 rispettivamente 54,6% e 72,6% i tassi per le donne 25-49enni), soprattutto nel Mezzogiorno (36,8% vs 52,8%). Un problema che va affrontato attraverso politiche adeguate, migliorando le opportunit à di lavoro e carriera, per valorizzare in particolare il capitale femminile e quello di tante ragazze e ragazzi che rischiano di rimanere definitivamente fuori dal mercato del lavoro, partendo dalle persone e dalle persone che lavorano, agendo quindi su welfare, servizi e conciliazione e condivisione dei tempi privati e di lavoro’ prosegue Fedeli. ‘Un elemento di innovazione positiva è l’aumento della presenza di donne e giovani nelle assemblee parlamentari e nei più importanti luoghi decisionali della sfera pubblica: è donna un parlamentare su tre, e nei consigli regionali e nelle società quotate in borsa la presenza femminile cresce, raggiungendo, rispettivamente, il 15,1% e il 17,8% dei consiglieri . Fattori legati, sia alle misure adottate dal Partito democratico per garantire un’equa rappresentanza di genere sia alla norma che tale rappresentanza ha introdotto nei cda. Una grande innovazione che potrebbe portare alla creazione di un nuovo sguardo e, di conseguenza, di nuove politiche che creino il presupposto per il rilancio sistema paese e per recuperare il rapporto di fiducia tra cittadini e politica’ conclude la Vice presidente.

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