La velocità impressa dal governo è un fattore essenziale per la rinscita del nostro Paese
LA RIFORMA DEL SENATO ARRIVA NELLE AULE DEL PARLAMENTO DOPO ANNI E ANNI di discussioni fra partiti e fra esperti. La proposta è stata fatta dal Governo Renzi che ha chiesto tempi brevi per la discussione. È iniziato l`iter parlamentare. Le audizioni in Commissione, la discussione nel paese, l`analisi delle considerazioni degli esperti che si sono espressi in ogni sede. Opinioni anche divergenti, come accade in tutte le fasi importanti della storia delle nazioni, e poi i partiti hanno deciso, si è trovata la sintesi politica e si è proceduto all`elaborazione del testo definitivo che in questi giorni verrà sottoposto al dibattito in aula fra noi senatori. Non è stato semplice trovarla questa sintesi. Ciascuno di noi probabilmente ha dovuto rinunciare a qualcosa delle sue convinzioni, ha dovuto cedere alla mediazione, che in politica è un grande valore, ha considerato i pro e i contro, ha ascoltato gli altri, ha espresso il proprio parere.
La cronaca dei prossimi anni non potrà che raccontare di una riflessione seria e approfondita fra i senatori della XVII legislatura. Quei senatori che stanno per votare l`abolizione del Senato come lo abbiamo vissuto fino ad oggi nella storia repubblicana. Ho avuto il privilegio di partecipare a una discussione alta sui principi della nostra democrazia, un confronto appassionato, sincero, a tratti tormentato.
 Ciascuno di noi ha comunque avuto il tempo necessario in questi mesi per consolidarsi in quella che io ritengo debba essere la considerazione centrale, indipendentemente dalle opinioni su modalità di elezione, composizione e funzioni, ossia che in Italia il Parlamento finalmente dovesse decidere sull`abolizione del bicameralismo paritario. C`era solo da realizzare ciò che era presente nei programmi politici di quasi tutti i partiti e che era necessario portare a compimento. Si è detto che tutto questo avesse bisogno di tempi più lunghi. Si è detto che il Governo abbia voluto forzare e che il Parlamento avrebbe avuto bisogno di più tempo per questa riforma costituzionale. Ecco la vera questione, ciò che traccia la discriminante nel dibattito di queste settimane. C`è chi interpreta la velocità come un valore in questo momento storico e chi invece ritiene che la riflessione approfondita e la lentezza feconda siano un elemento irrinunciabile, staccato dalla contingenza. Le cose importanti hanno bisogno di tempi lunghi, costi quel che costi, essi pensano. Ma purtroppo non è così. Tutti sappiamo che il concetto di fare bene in genere è connesso al concetto di fare con ponderatezza, ma questi parametri oggi non possono essere richiamati. I tempi di elaborazione dei provvedimenti legislativi cui eravamo saldamente legati e che ci rassicuravano sono saltati e dobbiamo affrontare con coraggio e spirito nuovo ciò che ci attende. Dobbiamo liberarci dalla paura del rischio e dalla consuetudine. La potenza del cambiamento sta nel coraggio e anche nella capacità di un popolo e dei suoi politici di confrontarsi con una certa idea di rischio, perché negarlo? Allora diventa naturale pensare al concetto di velocità come variabile relativa al contesto, qualcosa di necessario in certi momenti storici. In fondo è questa la caratteristica peculiare del governo Renzi. Davvero c`è qualcuno che in tutta onestà può pensare che questo tempo possa concedere una velocità diversa per la soluzione dei nodi politici e per la realizzazione delle riforme? C`è un tempo per ogni cosa, si legge nell`Ecclesiaste, e certamente in questo tempo che stiamo vivendo la velocità impressa dal governo è un fattore essenziale per la rinascita di questa nostra Italia. Allora fare la riforma del Senato nei tempi che ci siamo dati è un nostro dovere e saremo misurati dai cittadini anche in base, appunto, alla nostra ‘velocità’. Non resta che augurare a tutti noi buon lavoro.

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