Testo arricchito da lavoro del Parlamento
‘Non sfugge a nessuno di noi il rilievo e la portata modificativa di questa riforma. Senza dubbio la più significativa dall’inizio della storia repubblicana per quello che riguarda il Parlamento. A nessuno di noi sfugge la responsabilità che stiamo assumendo nel ridefinire, così profondamente, l’assetto costituzionale. Molte volte mi sono interrogata su quale fosse lo spirito giusto per affrontare quest’opera e per compiere il dovere di collocare coerentemente e pienamente nella tradizione costituzionale repubblicana e, al contempo, introdurre innovazione positiva, utile a ridare slancio all’agire dell’istituzione parlamentare. Partivamo dall’esigenza di puntare sulla efficacia e prontezza della decisione politica, e sulla differenziazione dei compiti delle due Camere per adeguarli ai bisogni di un Paese molto cambiato: in ragione dell’appartenenza all’Unione e del conseguente rilievo assunto, per l’ordinamento italiano, dalla normazione comunitaria nelle sue diverse fonti; per il ruolo, anche legislativo, assunto dalle Regioni; per il peso istituzionale e politico dei Comuni. Coglievamo la necessità di rispondere alla domanda di strumenti di democrazia diretta che così significativamente sale dal Paese, ed anche alla positiva domanda di controllo e verifica dell’agire dei poteri, a cominciare da quello del Governo. Sapevamo di dover mantenere integro il sistema di garanzie che è proprio della nostra tradizione costituzionale, anche a fronte della concorrente necessità di assicurare all’Italia governi stabili e duraturi’. Così Anna Finocchiaro, Presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, nella sua relazione nell’Aula di Palazzo Madama. ‘Grande conforto – ha continuato al senatrice del Pd – mi è personalmente venuto dalla rilettura degli atti della Costituente. Vi ho trovato gli stessi affanni, talvolta gli stessi conflitti che attraversano la nostra discussione, identiche suggestioni e la consapevolezza di molti (che pure votarono affermativamente) che il sistema bicamerale perfetto fosse – nelle condizioni date – una transazione. Adopero il termine non a caso. Ho ritrovato in un intervento dell’on. Perassi la citazione di Carlo Cattaneo che definisce appunto la legge ‘una transazione’. Laddove ciò significhi non tradimento della ragione di una delle parti, ma componimento di essa con le altre’. ‘Alla fine del lavoro di Commissione ed alla vigilia di quello d’Aula, rispondo come so alla domanda iniziale: quale sia lo spirito giusto per affrontare la riforma. Ora credo di conoscerlo perché ha vissuto nell’impegno con cui tutti i colleghi hanno lavorato. E’ quello di sperimentare il ‘dovere costituzionale’ di innovare quando ciò sia indispensabile per dare forza ed efficacia alle istituzioni e al Paese. quello di non considerare il nuovo ciò che resta da un’opera di ritaglio dell’esistente, che quindi riduce, sminuisce, impoverisce, ma, al contrario, un’innovazione che precisa funzioni inedite e nuovi poteri, riconosce nuove garanzie, sovviene a malfunzionamenti, è attento a sempre ricercare un nuovo, avanzato, equilibrio del sistema’. ‘In questo senso, il progetto di nuova fisionomia del Senato della Repubblica e il modello con cui superiamo il bicameralismo perfetto che oggi proponiamo all’Aula è frutto di un lavoro di arricchimento, precisazione e definizione del testo base. Un risultato – conclude la Finocchiaro – che si coglie immediatamente leggendo il testo della Commissione: un testo figlio della forza e della responsabilità del parlamentarismo’.

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