‘L’unità del Pd rafforza l’esecutivo’
Gotor, avete raccolto fino a 40 firme a sostegno dei vostri emendamenti. A cosa puntate?
«A migliorare la delega. Chi ha firmato è a favore del contratto a tutele crescenti, chiediamo sia più precisa».
Per Renzi la vostra è una battaglia di visibilità.
«Sto ai fatti. Oggi 25 senatori, alcuni renziani, altri Giovani Turchi, altri di Area Dem, che hanno presentato tre emendamenti ispirati ad alcuni dei nostri. L`idea che sia opportuno precisare la delega si sta affermando».
Vuol dire che un conto è Renzi, altro i parlamentari?
 «No dico che in Senato, al di là della polemica spicciola, c`è una sensibilità costruttiva che si può valorizzare se c`è la volontà politica di farlo».
I vostri emendamenti possano raccogliere voti in altri partiti?
 «La nostra proposta è di arrivare a un documento unitario del Pd da votare in direzione. Perché l`unità del Pd rafforza il governo».
E se la direzione, invece, non accoglie le vostre proposte, le ritirate?
 «Stiamo lavorando per una soluzione unitaria. In ogni caso la direzione è organo di partito. È opportuno distinguere tra governo, partito e Parlamento. I parlamentari godono di autonomia».
Il lavoro, dicono i renziani, non è materia per la libertà di coscienza.
«Infatti non ho parlato di libertà di coscienza, ma di autonomia politica. Un parlamentare che rappresenta la nazione senza vincolo di mandato, articolo 67 della Costituzione. E poi di modificare l`articolo 18 non si è mai parlato né alle elezioni 2013, né alle ultime primarie».
Renzi si schierò con Ichino.
«Sì ma nel 2012, non in quelle che lo hanno eletto segretario. Sul contratto a tutele crescenti e sull`universalizzazione dei diritti siamo tutti d`accordo. Riteniamo che, nell`interesse del Pd e del governo, sia opportuno profilarla meglio, ad esempio garantendo le coperture per gli ammortizzatori sociali. Se no facciamo come con gli esodati».
Renzi come Monti?
 «No, ma Monti fece quell`errore per un difetto di ascolto con le parti sociali e il Pd».
 Il premier vi accusa di voler riportare il Pd al 25%.
«Fino a dieci giorni fa la posizione del Pd, Renzi compreso, era ‘fare come in Germania’, dove c`è la reintegra. Taddei e Poletti dicevano che chi parlava di articolo 18 voleva boicottare la riforma».
Poi cos`è successo?
«C`è stato un cambio di indirizzo che evidentemente ha altre ragioni».
Quali?
«La continua ricerca di un nemico interno. E poi la necessità di coprire il problema della legge di stabilità».
 In che senso coprire?
 «Dovremmo discutere della legge di stabilità, che è la legge fondamentale dello Stato. Invece si ritiene meglio riportare tutti a un dibattito ideologico sull`articolo 18. La terza ragione è che il Ncd ha problemi di unità e l`articolo 18 è la bandiera che li tiene insieme».
Renzi ha detto che «serve un cambiamento violento».
«Serve un cambiamento radicale, progressivo. Non direi ‘violento’ perché, conoscendo la storia degli ultimi 40 anni, le prime vittime sono sempre stati i lavoratori».
Cosa ne pensa dell`editoriale del Corriere della Sera?
 «Leggo sempre con attenzione il Corriere e gli editoriali del direttore».