‘La riforma del Jobs Act è da inquadrare nell’intero quadro di riforme che il governo Renzi sta varando, dalla giustizia civile, al taglio dei costi della politica, alla lotta alla corruzione, alla Pubblica amministrazione. Tutto si tiene insieme’. Lo dice la senatrice Nicoletta Favero, che oggi è intervenuta nell’Aula del Senato.

‘Alla luce dell’abisso del 43, 3 per cento di disoccupazione giovanile – prosegue Favero – il derby sull’articolo 18 è lunare, per me che sono un’insegnante elementare e per i ragazzi che ho visto crescere, per i nostri figli e nipoti. Istituire un nuovo tipo contratto a tempo indeterminato, più conveniente per le aziende, meno oneroso fiscalmente, meno rigido, più semplice, dovrebbe essere un obbiettivo riconosciuto e condiviso, in modo particolare da chi guarda al presente e al futuro e non al passato. Il sistema del welfare aziendale, che in Piemonte ha visto tanti casi eclatanti è purtroppo irrimedialmente finito. Come diceva D’Alema nel 1997, è di sinistra negoziare il salario e i diritti di chi sta nel lavoro nero e nel precariato, perché la flessibilità e la precarietà sono un dato della realtà.
Dal 1997 i giovani privi di qualunque tutela sono aumentati e il meglio è nemico del bene:
cominciamo a porre rimedio alle ingiustizie da tutti evocate, non possiamo aspettare sempre. Questa riforma, oltre all’articolo 4, ne contiene altri 4, con un’estensione degli ammortizzatori sociali, l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’impiego e delle politiche attive, la semplificazione degli adempimenti e delle procedure, la tutela della maternità e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro’.

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