‘Evitiamo che il confronto sulle riforme diventi un match tra tifoserie. Ma discutiamo di tutto liberamente, anche del modello francese’
Presidente Finocchiaro, anche lei convertita al semi-presidenzialismo?
«Credo sbagliato guardare alle riforme come ad un match. Evitiamo i duelli»
Il Capo del governo sostiene che non sarà più possibile eleggere il Presidente della Repubblica con le regole attuali…
«Credo che l`onorevole Letta si riferisse al clima nel quale è maturata la rielezione del presidente Napolitano. Ma bisogna evitare che una discussione seria su come dare al Paese un sistema istituzionale forte si trasformi, appunto, in una competizione tra opposte tifoserie»
Quale metodo seguire, allora?
«Partiamo dai mali della democrazia italiana. C`è una prima debolezza: quella dei partiti. Formazioni personalistiche. Tranne il Pd, un partito popolare che mostra, però, anch`esso qualche difficoltà. A volte, infatti, sembra che venga considerato una sorta di trampolino di lancio per candidabili. E` importante avere un leader, certo, ma il Partito democratico deve essere molto di più del suo leader».
Il dibattito sui partiti rimanda alla proposta del governo di abolire il finanziamento pubblico. Lei d`accordo?
«È difficile non arrivare a una limitazione e a forme diverse di finanziamento pubblico. Bisogna stare molto attenti, però. Un Paese che non è dotato di una regolamentazione delle lobby, dove non esiste il conflitto d`interessi, dove le infiltrazioni della criminalità organizzata nella politica rappresentano un fenomeno drammatico, non può non assumere le contromisure del caso».
La sua proposta di legge sui partiti ha destato polemiche, pentita di averla depositata?
«C`è stata una mistificazione e una strumentalizzazione. Quel ddl riassumeva uno degli otto punti programmatici del Pd su cui i nostri candidati hanno fatto campagna elettorale. L`ho presentato il 20 marzo e non dieci giorni fa. Quel progetto sostiene, tra 1 `altro, che se un partito deve mostrare trasparenza nei propri bilanci ed essere sottoposto a controllo occorre che abbia personalità giuridica. Un tema, questo, che riporta all`attuazione dell`articolo 49 della Costituzione».
E le critiche sugli intenti antigrillini del suo disegno di legge?
«Una domanda: indipendentemente dal tema del finanziamento pubblico, lo Stato può riconoscere formazioni politiche che non rispondano nella loro decisione interna a criteri democratici? Anche il progetto del governo si pone il problema della democrazia interna ai partiti»
Passiamo alle altre riforme, presidente…
«Il Parlamento è sfibrato dal bicameralismo che spesso rallenta l`iter delle leggi. Il Parlamento legifera sempre più sulla base della necessità di convertire decreti legge e sempre meno per iniziativa propria. Le Camere devono recuperare autorevolezza visto che sono formate da nominati e non da eletti. La legge elettorale non è più in grado, tra l`altro, di assicurare maggioranze stabili. Le vicende degli ultimi anni dimostrano anche le difficoltà degli esecutivi. Tutto questo mentre il protagonismo degli enti locali e delle Regioni reclama una Camera delle autonomie anche al fine di promuovere l`unità nazionale. Prima di duellare tra semipresidenzialismo e cancellierato, quindi, dovremmo partire dai mali che affliggono le nostre istituzioni»
Il semipresidenzialismo non è più un tabù, anche nel Pd si confrontano posizioni diverse…
 «Io non ho tabù. Dobbiamo poter ragionare di tutto, liberamente. Qualora la discussione si incentrasse sul semipresidenzialismo, però, prima bisogna discutere del fatto che un sistema di questo genere deve essere accompagnato da norme rigorosissime su incompatibilità e conflitto d`interessi»
Il professor Zagrelbesky denuncia un assedio alla Costituzione. Non c`è il rischio di indebolire l`equilibrio della Carta?
«Il percorso della riforma non solo è pienamente coerente con l`articolo 138, ma addirittura lo rafforza attraverso il referendum confermativo sui testi che venissero approvati dalle Camere con la maggioranza dei due terzi. Trovo pretestuosa la critica di chi sostiene che si viola lo spirito della Costituzione perché si parte con disegni di legge di iniziativa del governo. Garantiremo ed esalteremo la sovranità piena del Parlamento. Vorrei ricordare che siamo partiti dall`idea di una Convenzione formata da parlamentari e non parlamentari e siamo arrivati a un percorso che rafforza il 138. Altro che indebolimento».
C`è scetticismo, tuttavia. Scommette sul fatto che tra diciotto mesi avremo le riforme?
«Bisogna lavorare ventre a terra. Discuteremo, se necessario, giorno e notte per trovare le migliori soluzioni. Nessuno deve piantare bandierine, però. Basta con la pretesa del ‘così o niente’»
Impresa quasi disperata se pensiamo alla legge elettorale…
 «Io sono per il maggioritario a doppio turno, ma non mi attesterò sul ‘questo o niente’. Il Porcellum produce ingovernabilità. Bisogna mettere in sicurezza il Paese, nel caso in cui – malauguratamente – dovessimo tornare al voto prima delle riforme e della legge elettorale ad esse conseguente, Serve subito una clausola di salvaguardia».
 Niente Mattarellum come soluzione transitoria, quindi,?
«Per me il Mattarellum rimane la soluzione migliore, ma non mi impicco alla mia proposta. Se iniziamo a litigare sulla fase transitoria mettiamo a rischio il percorso delle riforme. Sono aperta a soluzioni diverse intorno alle quali tro- vare convergenza. A patto, però, che non si introducano ritocchi a quel Porcellum che produce enormi danni al Paese, come i fatti dimostrano».

Ne Parlano